[vc_row][vc_column width="5/6" css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos5" css=".vc_custom_1470913125171{padding-bottom: 15px !important;}"]Lawrence d’Arabia: il sogno di una nazione nuova dalle origini arcaiche[/vc_column_text][vc_separator color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]di Davide Bartoccini del 25/06/2016[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1470934898725{padding-top: 35px !important;}" el_class="titolos6"]
“Non tutti gli uomini sognano allo stesso modo, coloro che sognano di notte nei ripostigli polverosi della loro mente, scoprono al risveglio la vanità di quelle immagini, ma quelli che sognano di giorno sono uomini pericolosi perché può darsi che recitano i loro sogni ad occhi aperti per attuarli…fu ciò che io feci … Io intendevo creare una Nazione nuova, ristabilire un’influenza decaduta, dare a venti milioni di Semiti la base sulla quale costruire un ispirato palazzo di sogni per il loro pensiero nazionale”.
Thomas Edward Lawrence, I sette pilastri della saggezza.

[vc_row][vc_column width="5/6" css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos5" css=".vc_custom_1470911803592{padding-bottom: 15px !important;}"]La guerra civile Americana: unionisti e confederati a confronto[/vc_column_text][vc_separator color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]di Davide Quaresimai del 23/06/2016[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1470934824704{padding-top: 35px !important;}" el_class="titolos6"]
Una figura quasi paradossale, da fumetto. Ma il partito con il quale sta impressionando tutto il mondo ha una storia molto vecchia, piena di vicissitudini, alti e bassi.
Si prenderà spunto da questo schieramento politico per iniziare a parlare della Guerra Civile americana che ebbe inizio nel 1854, quando, dopo un periodo non troppo brillante, il Partito Whig si dissolse.
Esso rappresentava gli storici interessi dei borghesi e degli industriali del Nord degli Usa, aveva alle spalle una grande tradizione federale e si batteva continuamente per il rafforzamento della gestione del potere centrale.
Dall’altro lato vi era il Partito democratico, fedele alla corrente liberista e convinto che una maggiore indipendenza nella gestione dei propri affari da parte di ogni singolo Stato avrebbe evitato inconvenienti di vario tipo.
Da sempre molto vicino alle esigenze politiche ed economiche degli agricoltori del Sud, tra le sue fila si potevano annoverare i nuovi immigrati del Nord-Est provenienti da ogni parte del globo.
Gli anni ‘50 dell’800 non furono positivi per la politica americana. Gli interessi iniziarono a radicalizzarsi e le compagini a scindersi.
Il sopracitato Partito whig si divise in due alee, una progressista e una conservatrice; dalla prima nacque il Partito Repubblicano. I punti sui quali si fondava erano l’abolizione della schiavitù, un aumento dei dazi doganali e una maggiore redistribuzione (gratuita) delle nuove terre che venivano ad essere acquisite dal demanio statale mano a mano che la frontiera occidentale si spostava sempre più ad Ovest, inglobando quindi nuovi spazi. Questo tipo di programma faceva felici un gran numero di elettori: industriali delle città del Nord-Est e coloni dell’Ovest.
Erede della tradizione secolare di Thomas Jefferson, il Partito Democratico, invece, stava facendo slittare i suoi interessi e le sue proposte decisamente in favore dei grandi proprietari terrieri del Sud, sostenitori della schiavitù, e ad allontanarsi da tutti coloro che non condividevano le loro idee (come i nuovi immigrati).

[vc_row css=".vc_custom_1470767044080{padding-right: 8px !important;}"][vc_column width="5/6" css=".vc_custom_1470767053433{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos5" css=".vc_custom_1470924900258{padding-bottom: 15px !important;}"]Impero Austro-Ungarico: similitudini e differenze con l’Europa attuale[/vc_column_text][vc_separator css=".vc_custom_1470767563136{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]di Davide Quaresima del 19/06/2016[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1470925070033{padding-top: 15px !important;}" el_class="titolos6"]

Si può iniziare a parlare di Impero Austro-Ungarico dal 1867, ossia dal famoso “compromesso” che la dinasta asburgica fece con il gruppo etnico più solido e coeso fra tutti quelli sotto il suo dominio, ossia quello magiaro. Come mai è opportuno fare questo tipo di precisazione? Perché la storia dell’Impero, che da questo momento avrà come simbolo un’aquila a due teste per rappresentare il suo sistema bicefalo, sarà sempre accompagnata da problemi cronici, che lo costringeranno di volta in volta a siglare accordi e trattati per il mantenimento dello status quo sul territorio. Status quo da mantenere anche a costo di repressioni violente che lasceranno un profondo odio nei cuori della propria multietnica popolazione, fino alla sua caduta giunta dopo la Prima Guerra Mondiale nel 1918.