[vc_row][vc_column width="5/6" css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos5" css=".vc_custom_1470941778754{padding-bottom: 15px !important;}"]L’ombra e l’altro: racconti ispanoamericani del terrore XIX secolo[/vc_column_text][vc_separator color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]di Primo De Vecchis del 01/07/2016[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1470941927209{padding-top: 45px !important;}" el_class="titolos6"]
In Italia presso le grandi case editrici (ora come non mai sempre più monopolistiche) vige il mantra recitato dai signori del marketing: «i racconti non si vendono». Ne consegue che di rado vengono pubblicate raccolte di racconti; chi ha racconti nel cassetto cerca di allungarli il più possibile per trasformarli in romanzi, con esiti grotteschi. Eppure la bravura di uno scrittore di razza si basa sulla forma-racconto, che all'estero per fortuna è molto più praticata dagli scrittori e pubblicata dagli editori. Il discorso non muta se parliamo del "racconto fantastico". Molti lo confondono con altri generi, persino con il fantasy; pochi sono andati a scuola dai veri maestri: alcuni credono che tali racconti siano surreali o arbitrari.