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di Diego Fusaro del 01/01/2024

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Che cosa significa, fare oggi l'elogio del Ribelle?
Chi può essere ancora oggi nel tempo dell'omologazione planetaria e del conformismo della globalizzazione un ribelle? Cioè un dissidente alieno rispetto alle logiche dovunque imperanti della reificazione. Chi può far valere ancora un pensiero in rivolta, ribelle, o come avrebbe detto Gramsci uno spirito di scissione?
Io credo che a maggior ragione oggi, dove cresce il pericolo debba crescere anche ciò che salva, commentando i versi di Hölderlin, cioè a maggior ragione oggi, nel tempo della dittatura globale e dell'omologazione planetaria debba esserci la rinascita dei nuovi ribelli, la rinascita della figura del pensiero dell'obstinate contra: di chi si oppone fermamente, ostinatamente alle logiche illogiche che scandiscono l'andamento di un mondo sempre più permeato dalla mercificazione globale e dal potere del nuovo ordine mondiale che vuole vedere ovunque la stessa cosa: merci e consumo. Imposizione dell'inautentico su scala globale avrebbe detto Heidegger.
E credo che per fare l'elogio del ribelle e favorire la nascita di nuovi ribelli oggi nel tempo del conformismo planetario possa essere un operazione utile ed intelligente tornare a leggere uno dei grandi classici del pensiero ribelle, appunto il "trattato del Ribelle" di Ernst Jünger apparso la prima volta nel 1951, ed oggi più che mai attuale nell'odierno tempo della poverta.

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Ernst Jünger, come è noto, è stato gratificato dalla natura con una lunghissima vita, nasce ad Heidelberg, 29 marzo 1895 e muore a Riedlingen, il 17 febbraio 1998 a 103 anni di età.
La dimora dove abitò negli ultimi anni era la foresteria del palazzo di conti von Stauffenberg, cioè nel palazzo di cui era stato titolare l’eroico ufficiale prussiano della Wehrmacht che aveva organizzato il complotto per uccidere Adolf Hitler e complotto al quale lo stesso Jünger partecipò nelle seconde file.