30 Giu Il mal d’Europa e l’idealismo degli Stati Uniti d’America (6)
[vc_row css_animation="" row_type="row" use_row_as_full_screen_section="no" type="full_width" angled_section="no" text_align="left" background_image_as_pattern="without_pattern"][vc_column css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_separator type="normal" color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]di Francesco Di Turi del 30/06/2016
[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1471002220780{padding-top: 45px !important;}" el_class="titolos6"]Europa, uno spazio culturale che per storia e convenzione attribuiamo all’«occidente»; anzi, che questo stesso occidente fonda.
L’Europa, uno pseudo-continente che agli occhi di un cinese deve sembrare soltanto e a ragione una modesta appendice dell’Asia, sembra ormai incapace di capire e vivere gli elementi accennati in conclusione dell’ultimo articolo, in positivo e in negativo.