[vc_row css_animation="" row_type="row" use_row_as_full_screen_section="no" type="full_width" angled_section="no" text_align="left" background_image_as_pattern="without_pattern" css=".vc_custom_1470841240154{padding-right: 8px !important;}"][vc_column css=".vc_custom_1470858785358{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_separator type="normal" color="black" css=".vc_custom_1470858734147{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]

di Giuseppe Baiocchi del 27/05/2016

[/vc_column_text][vc_column_text el_class="titolos6" css=".vc_custom_1702300364430{padding-top: 35px !important;}"]
Oggi vi parlerò di un architetto che è considerato un grande erede dell’esperienza classica, un uomo che si è sempre battuto contro ogni cedimento alle nuove forme di naturalismo dello Jugendstil e riprende con forza la direzione della conoscenza dell’identità delle cose e della costruzione come rappresentazione di tale identità. Adolf Loos, personaggio in merito al quale questa associazione, attraverso la sua rivista Das Andere, è stata fondata.

[vc_row css_animation="" row_type="row" use_row_as_full_screen_section="no" type="full_width" angled_section="no" text_align="left" background_image_as_pattern="without_pattern"][vc_column css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_separator type="normal" color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]

di Giuseppe Baiocchi del 26/03/2015

[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1701108466311{padding-top: 35px !important;}" el_class="titolos6"]
Queste le parole di Michele Molè dello Studio Nemesi, che sta progettando il Padiglione italia.
Alla inaugurazione dell’Expò (esposizione internazionale) di Milano 2015 manca poco più di un mese e non abbiamo sotto agli occhi “un paesaggio straordinario, il cui aspetto ricorda un’isola, ricca di spazi verdi e interamente circondata dall’acqua”, ma abbiamo un enorme cantiere di oltre 1 milione di mq che nonostante i 4000 operai e il lavoro 24 ore su 24 rischia di non essere completato nelle giuste tempistiche per clamorosi ritardi iniziali.
L’Italia ce la deve fare, l’Italia spero ce la farà: l’Expò di Milano che durerà 184 giorni sul tema del “Nutrire il pianeta, Energia per la vita” è una grande occasione per ottenere commissioni a livello architettonico, ottenere posti di lavoro che al giorno d’oggi mancano e soprattutto far conoscere l’Italia e le nostre bellezze artistiche e culinarie.

[vc_row css_animation="" row_type="row" use_row_as_full_screen_section="no" type="full_width" angled_section="no" text_align="left" background_image_as_pattern="without_pattern"][vc_column css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_separator type="normal" color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]

di Giuseppe Baiocchi del 16/03/2016

[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1470934389103{padding-top: 35px !important;}" el_class="titolos6"]
Essenzialità, minimalismo e ricerca concettuale ispirarono infatti l’architetto, classe 1933, nato a Barcellona e scomparso pochi mesi fa all’età di 81 anni.
Viaplana lavorò con Helio Piñón e, tra il 1947 e il 1997, i loro progetti, nati nel contesto della cosiddetta Escuela de Barcelona, significarono a fine anni ’70 una forte rottura e una “voce” affine a quella dei famosi “Five Architects” di New York, fra essi, soprattutto Peter Eisenman e John Hedjuk.