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A novant'anni dalla morte di Karl I d'Asburgo, ultimo imperatore dell'Austria-Ungheria, questo video propone una breve visione dell'uomo diventato - nel 2004 - beato della Chiesa cattolica. Senza l'intervento dei paesi vincitori della Grande guerra, decisi a cancellare l'equilibrio che poneva l'Austria-Ungheria sullo scacchiere europeo, Karl I avrebbe senz'altro mantenuto la corte di Vienna, rimanendo così al potere, per ricostruire tramite la democrazia - già da lui adottata - un'Europa più forte. Un imperatore che, contrariamente all'immagine che ne diede la potentissima propaganda dei Paesi vincitori della Prima guerra mondiale, era dotato di grandi qualità, umane e diplomatiche. Un ringraziamento particolare al professore Roberto Coaloa, il quale tramite il suo saggio "Carlo d'Asburgo, l'ultimo imperatore" - edito dalla casa editrice "Il Canneto" (2012) -, ha innescato la scintilla della conoscenza di questo straordinario personaggio storico della nostra Europa.

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10 Giugno 2017 – Libreria Rinascita – Piazza Roma n°7, 63100 Ascoli Piceno
Introduce: Arch.Giuseppe Baiocchi
Saluti: Arch.Valeriano Vallesi
Interviene: Arch.Rosario Pavia
 

L’urbanista Rosario Pavia ha dissertato sul “Waterfornt” come infrastruttura ambientale. Ripartire – per le città costiere – da un riuso urbano di tutti quei manufatti esistenti sulla zona litoranea italiana e non svolgere continue riqualificazioni interne alla costa che non svolgono un vero ricongiungimento del tessuto urbano tra territorio e costa, con quest’ultima spesso isolata. Forse è giunto il momento di accettare fino in fondo questa condizione di conflitto, resa ancora più difficile dalla crisi finanziaria che frena sia gli investimenti infrastrutturali dei porti sia quelli di riqualificazione urbana. L’associazione ringrazia l’Assemblea legislativa delle Marche per aver finanziato il progetto delle due giornate di Studi su “La Forma della città” e “Ri-Costruire la città”.

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18 aprile 2017 – Libreria Rinascita – Piazza Roma n°7, 63100 Ascoli Piceno
Introduce: Alessandro Poli
Interviene: Andrea Fioravanti
 

Riportiamo il quarto evento della stagione culturale 2017 della associazione Das Andere “Futuro-Passato. Oltre il già detto”. Ospite dell’incontro – introdotto dal dott. Alessandro Poli – è stato il Dott.Andrea Fioravanti che ha dissertato su: “La città del male. L’architettura nella cinematografia". L’evento si è svolto presso la libreria Rinascita, dove il critico cinematografico ha tracciato un’analisi sulla città degli anni quaranta, la quale è radicalmente diversa da quella precedentemente rappresentata: se prima era un luogo fisico da conquistare, pezzo di territorio prestigioso per affermare la propria potenza criminale, durante i quaranta, essa acquista sempre più autonomia, rendendosi entità a sé stante capace di spaesare e dominare l’individuo assoggettandolo ai suoi meccanismi.  Il dott.Poli e il dott.Fioravanti hanno toccato anche il binomio “città e follia”: due tematiche che spesso si incontrano nel genere noir perché la prima inevitabilmente genera la seconda ma, con uno sguardo doppio incentrato sulla produzione cinematografica degli anni quaranta e cinquanta.Il trait d’union che lega il cinema noir e l’architettura, se non in senso stretto l’urbanistica, è la vocazione e base socio-spaziale del genere e della disciplina. L’incontro negato, la mancata realizzazione del naturale bisogno di comunione, ambizione duratura dell’architettura, relegano l’uomo all’universo delle paure e delle aspirazioni inibite, quelle espresse dal noir. Un ringraziamento speciale va – come di consueto – al pubblico, sempre numerosissimo, al quale va il nostro ringraziamento. L’associazione ringrazia l’Ordine degli Architetti di Ascoli Piceno, la Fondazione Carisap e l’università dell’UNICAM per la concessione dei crediti formativi.

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19 marzo 2017 – Sala Cola dell'Amatrice, Chiostro di San Francesco – 63100 Ascoli Piceno
Introduce: Nicoló Cingolani
modera: Giuseppe Baiocchi
Interviene: Francesco Giubilei
 

Riportiamo il terzo evento della stagione culturale 2017 della associazione Das Andere “Futuro-Passato. Oltre il già detto”. Ospite dell’incontro – introdotto da Nicolò Cingolani e moderato dall’arch.Giuseppe Baiocchi – è stato il Dott.Francesco Giubilei che ha dissertato su: “Il pensiero conservatore. Dalla rivoluzione francese ai giorni nostri“. L’evento si è svolto presso la Sala Cola dell’Amatrice dove l’editore Giubilei ha tracciato la storia culturale del conservatorismo dalle origini ai giorni nostri soffermandosi sull’Europa centro-occidentale e sull’Italia. Ponendoci le domande del “perché nel nostro paese non esiste un partito conservatore?”, e “quali sono le cause e le motivazioni storico, politico, culturali?” Abbiamo analizzato opere e profili biografici di decine di pensatori conservatori, sforzandoci di far emerge un quadro organico del conservatorismo europeo. Essere conservatori non significa restaurare il passato in modo aprioristico o rigettare in toto le innovazioni, ma rimettere in discussione il mondo contemporaneo dominato dal materialismo e dall’individualismo, dove i valori spirituali e il concetto di comunità sono ormai al crepuscolo. Bellissimo dibattito finale – come di consueto – con il pubblico, sempre numerosissimo, ed al quale va il nostro ringraziamento. L’associazione ringrazia i politici ascolani presenti all’iniziativa.

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18 febbraio 2017 – Libreria Rinascita (Piazza Roma n°7 – 63100 Ascoli Piceno)
Introduce: Giuseppe Baiocchi 
Interviene: Orlando Donfrancesco
 

Das Andere ha estrapolato la figura novecentesca del dandy, tra stile, gusto e decadenza operando una vera e propria riflessione sul nichilismo e la perdita del soggetto all’interno dell’epoca contemporanea. ll romanzo dello scrittore romano Orlando Donfrancesco "Sole a Occidente" è questo in fondo: un parallelismo tra secoli diversi, governati dagli stessi problemi. Laddove i valori cadono, la nostalgia incombe; laddove l’uomo non ha più una tradizione, la società crea idoli decadenti, un nuovo che puzza di marcio. Intanto si ammirano le rovine, i segni della trascorsa Bellezza e in questo vuoto esistenziale ognuno salva il salvabile. L’ Italia non è stato un paese per dandy, ma per gagà – una imitazione del dandy che abbracciava più l’arte che la vita stessa – poichè il dandismo ha affascinato l’italiano, ma solo in chiave modaiola, ed è stato il suo esatto opposto, poiché il dandy ha creato sempre la Sua moda. La vita del dandy è stata una provocazione vivente alla società ed è per questo che divenne un fenomeno scomodo, soprattutto per l’Inghilterra Vittoriana. Questo movimento è stato una possibilità che ha voluto offrire alla civiltà occidentale una alternativa alla volgarità dell’utile. Nessun dandy è voluto mai essere un esempio, ma oggi nell’epoca del nichilismo, lo è diventato proprio per il suo ideale sulla bellezza e sulla visione di un mondo, oramai inabissatosi nella Gaia Scienza di Nietzsche.

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28 gennaio 2017 – Libreria Rinascita (Piazza Roma n°7 – 63100 Ascoli Piceno)
Introduce: Giuseppe Baiocchi 
Interviene: Sebastiano Caputo
 

C’è stato un tempo in cui Siria e Iraq erano ancora il nome di due Paesi, di due nazioni, non soltanto di guerre infinite. La Siria da cinque anni e l’Iraq da tre decenni sono il luogo di massacri indicibili e che pure abbiamo testimoniato. Siria e Iraq oramai esistono quasi soltanto con un acronimo: Il Siraq che a sua volta ne rievoca un altro il l’Afpak. E’ un illusione che la sconfitta del califfato porterà a soluzioni pacifiche: la guerra al terrorismo verrà sostituita ad altri conflitti perché lo Stato islamico non è la causa, ma il sintomo della disgregazione dei popoli.

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11 dicembre 2016 – Libreria Rinascita, Piazza Roma n°7 – 63100 Ascoli Piceno
Introduce: Alessandro Poli
Interviene: Andrea Fioravanti
 

Il cinema noir possiede una ambientazione prettamente urbana dove la città appare allo spettatore maligna e nello stesso tempo si impone per la sua monumentalità. Il noir ci descrive una società in gran parte priva di spirito comunitario: demistifica un mondo ove si è erosa sia la fede nella lealtà verso un bene comune, sia la fiducia, disattesa, nell’American Dream. Questo genere cinematografico, che accresce la sua diffidenza e critica sociale dopo il crollo di Wall Street, si lega sin da subito all’architettura, se non in senso stretto l’urbanistica: questa è la vocazione e base socio-spaziale del genere e della disciplina, dove l’incontro negato e la mancata realizzazione del naturale bisogno di comunione si discostano dall’ambizione duratura dell’architettura. Spesso nel cinema noir i paesaggi urbani diventano i veri attori assoggettando, attraverso l’ortogonalità e la longitudinalità della prospettiva, i protagonisti, sempre più inseriti in un contesto meccanico e schizofrenico. La crisi del soggetto è quindi uno dei temi centrali e più indagati nel cinema americano dagli anni Venti e fino agli anni Quaranta grazie ai capolavori di grandi maestri quali Friedrich Wilhelm Murnau, Howard Hawks, Fritz Lang, John Huston, Otto Preminger, Orson Welles, Billy Wilder.

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a cura di Radio9
Il presidente della associazione Arch.Giuseppe Baiocchi disserta sull'associazione Das Andere e spiega il programma culturale 2017 "FUTURO-PASSATO. Oltre il già detto". Annunciato anche il prossimo evento che andrà in scena per il 28 Gennaio 2017 a cura del giornalista romano Sebastiano Caputo.

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a cura di Manuel Scortichini
 

Il conte Lev Nikolaevic Tolstoj nasce a Jasnaja Poljana nel 1828, all'interno della personale tenuta di campagna di famiglia. Diviene fin dalla giovane età orfano di madre, insieme ai fratelli e alla sorella e la campagna russa plasmerà la sua infanzia. A quindici anni esplora le letture di Voltaire e Rousseau. Jean-Jacques Rousseau eserciterà sul giovane Tolstoj una prolungata influenza, fino a fargli indossare al collo il medaglione del filosofo ginevrino. Nel periodo della giovinezza - intorno al 1847 -, dopo una bocciatura alla facoltà di lingue orientali e una svogliata frequentazione della facoltà di diritto, lascia l'università e si stabilisce a Jasnaja Poljana con l'intento di rendersi utile ai servi della gleba. Corre il 1851: dopo quattro anni di tormenti e interrogativi sul senso della vita e insoddisfatto dell'esperienza famigliare parte per il Caucaso come sotto-tenente d'artiglieria e ben presto prenderà realmente inizio la sua attività letteraria. Il Caucaso è all'epoca luogo di formazione e d'ispirazione per numerosi scrittori russi tra cui Lermontov alla cui prosa si avvicinano gli scritti di gioventù di Tolstoj, principalmente per le scene di guerra. L'annessione del Daghestan e della Cecenia all'Impero russo zarista generano un conflitto con la popolazione locale, evento che l'autore descriverà nella novella "I Cosacchi". A Sebastopoli durante la guerra di Crimea - in veste di comandante di divisione -, si trova in uno dei più pericolosi posti della città assediata, singolare scenario da cui trae spunto un ciclo di racconti intitolato "Racconti di Sebastopoli" che analizza nuovamente il tema della guerra. La tecnica di raccontare le scene di battaglia tramite la descrizione caratteriale dei personaggi e di sottoporre questi all'interno del conflitto, renderà i suoi scritti unici dove la moralità entra sulla scena letteraria con piena forza.

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21-22 ottobre 2016 - Libreria Rinascita (Piazza Roma n°7 - 63100 Ascoli Piceno)
Introduce: Giuseppe Baiocchi 
Modera: Primo De Vecchis
Intervengono: María Belén Pérez Chada, Dolores Pérez Demaria
Si esibisce: Luigi Travaglini e Luigi Sabbatini
 

Il cortile della frontiera è un seminario interculturale diviso in due sezioni, tenuto da María Belén Pérez Chada, artista e architetto, e Dolores Pérez Demaria, drammaturga e laureanda in Storia. Si tratta di due giovani artiste argentine, che hanno unito le proprie competenze per portare avanti orizzonti di ricerca comune. Attualmente sono concentrate attorno all'indagine urbano-drammaturgica, un tentativo di far emergere esperienze urbane narrative. Il tema del seminario, pur partendo quindi dal preciso contesto argentino, si dirama verso storie a noi vicine, ma spesso dimenticate. Stiamo parlando della grande emigrazione italiana all'estero, un fenomeno vastissimo e articolato, che interessò l'Argentina in varie ondate, dal 1880 circa fino almeno al 1960. Questa storia collettiva complessa e in parte caotica, vissuta da tante famiglie e individui, caduti nell'oblio, viene inquadrata grazie all'analisi perspicace e rapida di una spazialità architettonica ancora presente e visitabile nel contesto della metropoli di Buenos Aires. Si tratta dei conventillos, edifici una volta signorili, situati nella zona vicino al porto (si pensi alla Boca) trasformati poi in abitazioni per immigrati. Lo schema classico del conventillo prevedeva una forma a parallelepipedo, pianoterra e primo piano, con un cortile interno in cui, in comune, trovavano posto i servizi essenziali. Proprio questi umili cortili, animati dai migranti provenienti dall'Italia e dal resto d'Europa, divengono i protagonisti del seminario, che spiega con dovizia di particolari come da quella cultura popolare (frutto di una forte mescolanza anche linguistica) siano nati il tango e altri fenomeni assimilati dalla cultura colta: si pensi alla drammaturgia, ma anche a una certa letteratura "neorealista" in voga negli anni Venti e Trenta del Novecento. Quindi dallo spazio architettonico si passa all'esperienza teatrale di Alberto Vacarezza, autore di tanghi e farse teatrali popolari. Successivamente viene anche affrontato un autore di grande spessore, attualmente rivalutato anche in Italia (dove è stato ristampato e tradotto di recente) ovvero Roberto Arlt, scrittore per certi versi opposto e speculare a Jorge Luis Borges. Roberto Arlt, cronista e romanziere, è stato infatti un grande narratore urbano e ha descritto con sagace perspicacia la vita quotidiana della città negli anni Trenta. Non era l'unico: proveniva da un gruppo chiamato di Boedo, che rivalutava autori russi come Dostoevskij e che si nutriva di idee anarchiche e socialiste (importate non a caso dai migranti). L'osservazione della vita brulicante della città non si può quindi scindere dalla critica sociale, che mette in luce le disuguaglianze e la miseria, ma anche la "disperata vitalità" (per citare Pasolini) del sottoproletariato urbano e persino della piccola-borghesia urbana, resa più povera e cattiva dalla crisi economica del 1929. Nel seminario ad ampio raggio, che vuole fornire una serie di spunti da approfondire, si affrontano anche temi più astratti come il conflitto in atto tra globalizzazione culturale e identità nazionali, meticciato e autonomia delle culture. Come si vede si tratta di temi cocenti nell'attuale contesto italiano ed europeo, che affronta problematiche legate alla sempre crescente crisi dell'unione economica e monetaria europea, la quale si accompagna alla crisi umanitaria dei nuovi flussi migratori, che generano reazioni di stampo populista e identitario. Tuttavia i temi affrontati non evadono dal circuito comparatistico di storia-architettura-arte. Il seminario si terrà in spagnolo. Sarà chiamato a moderare e a tradurre i testi Primo De Vecchis, dottore di ricerca in Letterature comparate e studioso di Roberto Arlt.