[vc_row css_animation="" row_type="row" use_row_as_full_screen_section="no" type="full_width" angled_section="no" text_align="left" background_image_as_pattern="without_pattern" css=".vc_custom_1470495202139{padding-right: 8px !important;}"][vc_column css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_separator type="normal" color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]

44°incontro DAS ANDERE

[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1544969952262{padding-top: 35px !important;}" el_class="titolos6"]
Sabato 15 dicembre presso la Bottega del Terzo Settore (Corso Trento e Trieste n.18 - 63100 Ascoli Piceno) è andato in scena l'ultimo appuntamento, il 44°evento, della stagione culturale associativa 2018 "Crisi e metamorfosi".
L'incontro introdotto da Francesca Angelini e moderato dal presidente arch.Giuseppe Baiocchi, ha visto il relatore dott.Antonio Di Gennaro dissertare sulla sua ultima curatela inerente il letterato franco-rumeno Emil Cioran. Il saggio presentato "Itinerari di una vita. L'apocalisse secondo Cioran" (edizioni Mimesis) è l'autobiografia ufficiale dello scrittore, il quale rappresenta nella cultura europea uno dei filoni più autorevoli del nichilismo del secondo dopo-guerra.
Particolare attenzione è stata apportata agli scritti di Cioran in Romania, ancora poco conosciuti e in gran parte non tradotti. Un lavoro di straordinaria portata, quello discusso da Di Gennaro, poiché ha fatto emergere lati oscuri dello scrittore, che lo strappano dal consueto giudizio pessimistico di stampo europeo, per riconsegnare un Cioran diverso, capace di sviluppare il concetto di amore e di vivere una vita "piena di vita", sia in ambito sociale, che amoroso.
L'associazione oltre a ringraziare la Regione Marche, Il Comune di Ascoli Piceno, la Fondazione Carisap e La Bottega del Terzo Settore, omaggia il nutritissimo pubblico presente. Come di consueto frizzante il dibattito finale, che l'associazione concede sempre al pubblico intervento. Prossimo appuntamento a Gennaio con la presentazione del nuovo programma culturale 2019 "Aristosophia - Festival della cultura, il meglio sapere".
© L’altro – Das Andere – Riproduzione riservata

[vc_row css_animation="" row_type="row" use_row_as_full_screen_section="no" type="full_width" angled_section="no" text_align="left" background_image_as_pattern="without_pattern" css=".vc_custom_1470495202139{padding-right: 8px !important;}"][vc_column css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_separator type="normal" color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]

43°incontro DAS ANDERE

[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1545232680871{padding-top: 35px !important;}" el_class="titolos6"]
 Venerdì 14 dicembre presso la Sala Bice Piacentini (Via del Consolato n.14 - San Benedetto del Tronto) si è svolto il 43°evento Das Andere, organizzato dal Circolo di San Benedetto del Tronto, coordinato dall'ing.Giovanni Amadio.
Ospite della conferenza è stato lo scrittore Marco Pisano, moderato da Mario DI Vito, con l'introduzione del dott.Alessandro Poli. Oggetto della conferenza è stata la presentazione del romanzo "Gate 457 - Il costo dell'immigrazione" una storia realmente accaduta di una coppia italiana emigrata in Australia.
L'autore analizzando la società australiana, tra storia e attualità, ha dissertato sulle sensazioni psicologico, etiche e morali di un immigrato europeo in un Continente lontano, dalle ferree regole immigratorie. Il Circolo Das Andere di San Benedetto del Tronto ringrazia il Comune sambenedettese e la Regione Marche per i consueti patrocinati, così come il pubblico accordo all'evento.
 
©L’altro – Das Andere – Riproduzione riservata

[vc_row css_animation="" row_type="row" use_row_as_full_screen_section="no" type="full_width" angled_section="no" text_align="left" background_image_as_pattern="without_pattern" css=".vc_custom_1470495202139{padding-right: 8px !important;}"][vc_column css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_separator type="normal" color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]

42° incontro DAS ANDERE

[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1537099655576{padding-top: 35px !important;}" el_class="titolos6"]
Sabato 15 settembre 2018, è stato presentato il 42°evento associativo sul territorio, il decimo evento annuale legato al programma "Crisi e metamorfosi", scelto dal consiglio direttivo per il 2018. Tema della conferenza, la figura del presidente della Repubblica Luigi Einaudi, di stampo liberale e attore politico fondamentale del primissimo dopoguerra italiano. Ospiti della conferenza sono stati il dott.Gianmarco Pondrano Altavilla, già presidente del Centro Studi Gaetano Salvemini, e il dott.Andrea Merlo, studioso ed esperto di geopolitica internazionale.
La conferenza, guidata dal presidente arch.Giuseppe Baiocchi, ha visto la presenza istituzionale del vice-sindaco Donatella Ferretti, e di un nutrito pubblico preparato e attento. I due relatori, oltre ad introdurre la figura storica di Einaudi, si sono soffermati sulle scelte tempistiche di entrata nel patto atlantico dell'italia, operando uno sguardo anche sul comportamento geopolitico degli Stati Uniti, guidati da Trump.
Come Einaudi aiutò a capire che la scelta atlantica non doveva essere considerata sul piano delle ricadute interne e diplomatiche nei rapporti di forza con altri Paesi europei, ma nella sua connotazione di scelta di civiltà nell’ambito di un conflitto esclusivamente ideologico che non permetteva indecisioni, atteggiamenti sfumati e terze vie, così egli aiutò ugualmente a comprendere che la via europeista doveva essere valutata non sul piano strumentale ma piuttosto su quello dei contenuti politici più profondi: la sua lezione, prima intellettuale che politica, presentò il federalismo europeo, oltre che come un utile argine all’espansione del sovietismo nel contesto della guerra fredda, anche e anzitutto quale via maestra per conseguire il progresso economico interno, e come l’unica strategia coerente con la storia europea per giungere ad una evoluzione della situazione continentale che garantisse un futuro di pace e prosperità.
Difficile sarebbe non leggere nell’azione di Einaudi i presupposti e gli elementi scatenanti dell’evoluzione dell’europeismo degasperiano, e ancor più difficile giustificare l’esclusione di Einaudi dal novero dei padri dell’Europa unita. In definitiva, più che la conferma di quella superficiale opinione che vorrebbe un Einaudi disinteressato e lontano dai problemi della politica internazionale ed estera italiana, la speranza è quella di aver dato elementi a sufficienza per poter sostenere con sicurezza che il contributo di Einaudi alla ricostruzione del Paese ebbe un rilievo particolare non solo dal punto di vista economico interno, ma anche sul piano della politica estera propriamente intesa e del riposizionamento internazionale del Paese. 
Quanto basta, si spera, per concludere che egli fu, come uomo d’azione, altrettanto grande che come uomo di pensiero; e che - cosa che oggigiorno fa drammaticamente difetto al Paese e ai vertici dell’Europa unita- tanto fu grande e il suo contributo determinante quanto pensiero e azione furono, in lui, legate da un rapporto osmotico e di reciproco sostegno: un pensiero costantemente orientato all’azione, ed un’azione cui mai è mancato il supporto determinante di un pensiero forte e coerente, sono quanto di più, oggi, noi tutti dovremmo forse avere più nostalgia. L'importanza di libertà di espressione e di pensiero, devono rimanere i cardini di una società civile, così come ci è stata tramandata dai padri costituenti, in primis Luigi Einaudi. L'associazione ringrazia il Comune di Ascoli Piceno per aver finanziato l'evento con la figura del nuovo assessore alla cultura Piersandra Dragoni, sia la Regione Marche per il patrocinato non oneroso. Infine un grazie particolare alla Fondazione Carisap e alla Libreria Rinascita, per la messa a disposizione della sala.
© L’altro – Das Andere – Riproduzione riservata

[vc_row css_animation="" row_type="row" use_row_as_full_screen_section="no" type="full_width" angled_section="no" text_align="left" background_image_as_pattern="without_pattern" css=".vc_custom_1470495202139{padding-right: 8px !important;}"][vc_column css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_separator type="normal" color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]

41°incontro DAS ANDERE

[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1529586907488{padding-top: 35px !important;}" el_class="titolos6"]
Mercoledì 20 Giugno presso la Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto (Via Buozzi n.14) è andato in scena il 41°evento dell'associazione Das Andere, il nono incontro del programma culturale 2018 "Crisi e metamorfosi". Ospiti dell'associazione sono stati i professori Ludovico Romagni ed Enrica Petrucci, che hanno presentato il loro ultimo saggio "Alterazioni del costruito - Osservazioni sul conflitto tra antico e nuovo", moderati dall'architetto Maria Rosa Romano.
Presenti all'evento il presidente dell'Ordine degli architetti Dario Nanni e il presidente dell'Ordine degli ingegneri Stefano Babini.
Secondo i relatori, ogni modificazione dell’esistente può porsi, in modo armonico, come un’ideale prosecuzione dell’esistente stesso, nel senso che il testo territoriale-paesistico, urbano e architettonico può essere continuato, in accordo con la sua struttura, con i contenuti spaziali che la struttura esprime e con il linguaggio architettonico in cui essa si risolve. Per contro qualsiasi trasformazione potrebbe essere in grado nello stesso tempo di contrastare e anche di sovvertire il senso del testo territoriale-paesistico e urbano, introducendo in esso valenze divergenti o persino opposte rispetto a quelle presenti.
In sintesi l’esistente non può essere considerato soltanto come qualcosa che va proseguito attraverso la riconferma delle modalità della sua costituzione, ma come un’entità in continua evoluzione che può produrre, al limite, anche alternative radicali al proprio assetto strutturale e formale. In conclusione dell'incontro interessante dibattito tra il pubblico presente, sempre numerosissimo. L'associazione ringrazia gli altri partner istituzionali, tra i quali ricordiamo la Regione Marche, il Comune di San Benedetto del Tronto e la Fondazione Carisap.
© L’altro – Das Andere – Riproduzione riservata

[vc_row css_animation="" row_type="row" use_row_as_full_screen_section="no" type="full_width" angled_section="no" text_align="left" background_image_as_pattern="without_pattern" css=".vc_custom_1470495202139{padding-right: 8px !important;}"][vc_column css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_separator type="normal" color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]

40° incontro DAS ANDERE

[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1529587779260{padding-top: 35px !important;}" el_class="titolos6"]
Sabato 16 Giugno, presso la Libreria Rinascita (Piazza Roma n.8 - 63100 AP) è avvenuto il 40°evento dell'associazione Das Andere, l'ottavo incontro della programmazione culturale "Crisi e metamorfosi" scelta per la stagione 2018. Ospiti i professori di estetica Damiano Cantone e Luca Taddio, i quali si sono interrogati sull'importanza dell'affermazione dell'architettura nella società, nella politica e nella fenomenologia moderna e contemporanea.
L'affermazione dell'architettura - Una riflessione introduttiva è stato introdotto dal presidente arch.Giuseppe Baiocchi, ed ha visto presente un nutritissimo pubblico. L'architettura si afferma dal segno dell'architetto, dunque è una disciplina tangibile, ma nel contempo questa non potrà mai essere soggiogata e pianificata totalmente dall'architetto, poiché il manufatto architettonico può trasfigurarsi con il passare temporale, all'interno delle date società.
L'incontro ha visto i saluti del consigliere dell'Ordine degli architetti di Ascoli Piceno Arch.Mariano Andreani e della vice-sindaco di Ascoli prof.Donatella Ferretti. Das Andere tiene a ringraziare tutti i presenti per il bellissimo dibattito finale.
 
© L’altro – Das Andere – Riproduzione riservata

[vc_row css_animation="" row_type="row" use_row_as_full_screen_section="no" type="full_width" angled_section="no" text_align="left" background_image_as_pattern="without_pattern" css=".vc_custom_1470495202139{padding-right: 8px !important;}"][vc_column css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_separator type="normal" color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]

39°incontro DAS ANDERE

[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1524395032127{padding-top: 35px !important;}" el_class="titolos6"]
Sabato 21-04-2018 presso la Bottega del Terzo Settore, il presidente dell'associazione Arch.Giuseppe Baiocchi, ha presentato il suo secondo saggio storico "Finis Austriae - Sul tramonto dell'Europa". L'incontro presentato dal consigliere Edoardo Cellini, ha analizzato il periodo storico che intercorre tra il 1898 e il 1918, anno della dissoluzione dell'Austria-Ungheria. Baiocchi ha analizzato la krisis spirituale che si è sviluppata all'interno della Monarchia Duale, soffermandosi sulle discipline architettoniche e artistiche. 
L'obiettivo sia del saggio, che della conferenza è stato quello di riscoprire la società e le radici, dalla quale proviene l'uomo europeo, oggi sempre più smarrito nella sua crisi di senso. Frizzante dibattito finale, che ha visto la presenza, oltre che del sindaco, dei consiglieri Francesco Ameli e Alessandro Bono.
© L’altro – Das Andere – Riproduzione riservata

[vc_row css_animation="" row_type="row" use_row_as_full_screen_section="no" type="full_width" angled_section="no" text_align="left" background_image_as_pattern="without_pattern" css=".vc_custom_1470495202139{padding-right: 8px !important;}"][vc_column css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_separator type="normal" color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]

38° incontro DAS ANDERE

[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1521378252428{padding-top: 35px !important;}" el_class="titolos6"]
Sabato 17-03-2018 è avvenuta l'inaugurazione della mostra di arte contemporanea "Proiezioni dell'essere", 38°evento dell'associazione culturale onlus Das Andere e quinto evento del programma culturale 2018 "Crisi e metamorfosi". La mostra, che ha visto la presenza del sindaco di San Benedetto Pasqualino Piunti, è stata curata dallo scultore Claudio Michetti, insieme al critico d'arte Giuseppe Bacci.
La conferenza, introdotta dallo scultore Ado Brandimarte, ha come obiettivo la donazione del ricavato al Comune di Acquasanta Terme - fortemente colpito dal sisma -, che ha visto la presenza del sindaco dell'omonimo comune Sante Stangoni.
L'evento è stato patrocinato anche dalla regione Marche e dal Comune di Ascoli Piceno, ed ha visto la presenza di ben 17 artisti provenienti da tutta Italia: Francesca Carle (Torino), Cinzio Cavallarin (Prato), Alfredo Celli (Teramo), Gio’ Coppola (Bomarzo), Massimo De Angelis (Montefiascone), Francesco Lupo (Civita Castellana), Claudio Michetti (Acquasanta Terme), Maria Pizzi (Soriano nel Cimino), Luigi Riccioni (Viterbo), Alfonso Talotta (Viterbo), Maria Grazia Tata (Soriano nel Cimino), Giuseppe Ciccia (Firenze), Anna Donati (Civitanova Marche,) Luigino Guarini (Ascoli Piceno), Ado Brandimarte (Ascoli Piceno), Stefano Scalella (Ascoli Piceno) e Marco Ripani (San Benedetto del Tronto).
Durante la conferenza il critico Bacci ha dissertato sulle dinamiche post-sisma e su come l'arte può risvegliare le coscienze e servire in parallelo anche alla ricostruzione successiva, grazie all'emozione e al benessere che può generare negli individui: "Dopo il sisma si è aperta una nuova realtà fatta di sacrifici, di patemi, di sgomento, ma anche di indomita volontà di ricostruzione e di qualificato senso di solidarietà. Forse, questo tentativo può rappresentare anche un ulteriore scatto in cui mettere a frutto prudenza e coraggio, per avviare quel rinnovamento che per ora si intravede solo con gli occhi degli artisti, ma che si auspica possa nel tempo essere visto da tanti altri.
Gli artisti, protagonisti raccolti in questa avventura, si sono fatti comprendere oltre le parole, grazie all’intelligenza e ai sentimenti (di cui non mancano) che sempre sfondano la barriera delle dichiarazioni verbali e delle situazioni esteriori. Le opere d’arte riprodotte in catalogo, contestualizzate in altrettanti ambienti urbani architettonici, assumono significato rilevante nell’immaginario collettivo, diventando oggetto primario di sensibilizzazione per la speranza di rinascita e ricostruzione di quell’habitat infranto dal devastante terremoto. L’arte, come segno dell’uomo, qualifica e identifica un ambiente, esprime il gusto degli abitanti non solo attraverso ma anche con un design originale, per contemplare lo spettacolo del mondo in un continuo svelarsi delle proiezioni dell’essere nelle sue molteplici declinazioni. L’arte parla al cuore dell’uomo poiché suscita, con la bellezza, inesprimibili sentimenti. L’arte in luoghi pubblici - scuole, ospedali, centri commerciali, luoghi ludici, caserme, carceri - connota l’ambiente, suscitando emozioni specificamente diverse (deferenza, ansia, desiderio, gioia, certezza, timore, ecc.).
Nella progettazione di ricostruzione di centri urbani spesso si ravvisa la difficoltà di connotare l’arte nella forma e nel numero di interventi per molteplici cause, sia sul versante dello studio architettonico sia su quello della percezione artistica. Sovente manca, negli architetti e nei committenti, un’abituale frequentazione delle sollecitazioni artistiche. Nella migliore delle ipotesi gli architetti indicano l’intagibilità dell’elemento architettonico attraverso soluzioni soggettive che i fruitori non comprendono, così che l’elemento arte perde di connotazione simbolica. Se da una parte occorre rifuggire simbolismi eccessivi ed ermetici, come si registra in costruzioni di epoche recenti, dall’altra si devono evitare soluzioni puramente funzionali o solo estetiche, poiché si perde il richiamo simbolico e si annulla il filtro tra l’ambiente sociale e quello culturale.
La progettazione dei nuovi centri urbani deve trovare un linguaggio congruo all’attuale cultura e arte, onde dare propositività spirituale all’elemento materiale. Pertanto, si devono raggiungere soluzioni, valutate di caso in caso, evitando, da una parte, configurazioni anonime nelle forme e banali nei contenuti e, dall’altra, virtuosismi stravaganti nelle forme ed esoterici nella sostanza. Il denominatore comune di tutto ciò è la sollecitazione offerta dagli artisti per far superare la situazione di émpasse psicologico causato dal terremoto, quale segno per il presente e stimolo per il futuro. La mostra è costellata di opere nel cui sovrapporsi degli stili si vede la ricerca personale del singolo artista e in catalogo si legge la volontà indomita di personalizzare, di volta in volta, lo spazio urbano ipoteticamente proposto. Lo sguardo del visitatore può così prefigurare il futuro skyline delle città, che potranno riqualificarsi dopo le tragiche vicende telluriche, diventando cittadine vivaci in un sovrapporsi di stili che ridefiniscono l’intero tessuto urbano. Anche attraverso l’arte possono rinascere le speranze in coloro che hanno perso tutto e visto stravolto il proprio territorio, apprezzando la grandezza dell’artista artefice e comprendendo la possibilità di ridare forme splendide al territorio di cui fanno parte.
Ciò è possibile solo attraverso proiezioni concrete delle potenzialità che trovano nell’arte segno sensibile poiché il mondo è legittimamente il «nostro mondo» e questa affermazione deve poter essere pronunciata con fierezza da tutti coloro che lo abitano e lo abiteranno. L’artista, con la propria opera, è voce di chi non ha voce per indicare il primato dell’essere sull’avere, per raccogliere le sfide del nostro tempo. Innegabilmente l’opera degli artisti coinvolti ha la funzione di nobilitare lo spazio e l’arredo urbano, dato che la bellezza, intesa come nobile semplicità e creativa genialità, è un elemento sostanziale per ri-abitare la città e ri-dare dignità alle persone.
Nelle simulazioni in catalogo le opere sono contestuali sia al sistema architettonico - di ben più interessante e congrua fattura, anche se eseguite in epoche e stili diversi - che alle reali esigenze ricostruttive del territorio piceno. Da un gioco grafico può partire un autorevole progetto importante per qualificare i nuovi interventi sia dal punto di vista funzionale, sia dal punto di vista artistico, al fine di allinearsi alle grandi testimonianze di arte e di ricostruzione del passato. È doveroso fornire ai terremotati, che si riapproprieranno del contesto urbano, un’opera non banalmente decorativa ma intrinsecamente sovrasensibile, onde favorire intangibili riflessioni per sviluppare il germe di rinascita del paese: l’opera, quindi, non può essere meramente sontuosa, decorativa, celebrativa.
Nell’odierna cultura, dove la ricostruzione degli edifici spesso è in serie, l’arte deve offrire opere originali e belle, le cui poetiche conducono ad incontrare un mondo elevato dalla bellezza estetica e dall’impegno umano. L’arte s’inoltra nei sentimenti con discrezione e soavità, così da smorzare le tragedie più efferate ed esaltare i sentimenti più nobili attraverso l’idillio scenografico e la visitazione poetica. Luce e colori, sceneggiature e tematiche, personaggi e dialoghi palesano l’estro e la creatività personale.
Bisogna essere davvero lieti che artisti del nostro territorio possano aver concepito e messo in pratica la cultura della collaborazione come qualificato riconoscimento ai superstiti del terremoto, per dimenticare quel grappolo di secondi in cui tutto si è scomposto e ha mutato la vita causando pianto, insicurezza, spaesamento, e per produrre, al contempo, stupore per riprendere ad ammirare, attraverso l’arte, il mondo. Altra convinzione che sostiene questo progetto è che al centro dell’interesse c’è l’uomo! Gli artisti sono uniti dalla comune e concreta passione per l’uomo che soffre nella quotidianità. La bellezza artistica e la sensibilità degli artisti sono ancora fermento vivificatore per una rinascita collettiva, anche attraverso i nuovi consessi della cultura".
La mostra rimarrà presso la Palazzina Azzurra fino al 04 Aprile 2018. Si ringraziano l'Arch.Giuseppe Baiocchi e l'ing.Giovanni Amadio per l'organizzazione della mostra e per la progettazione del catalogo delle opere: http://ita.calameo.com/read/004684135505632915e39.
© L’altro – Das Andere – Riproduzione riservata

[vc_row css_animation="" row_type="row" use_row_as_full_screen_section="no" type="full_width" angled_section="no" text_align="left" background_image_as_pattern="without_pattern" css=".vc_custom_1470495202139{padding-right: 8px !important;}"][vc_column css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_separator type="normal" color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]

37° incontro DAS ANDERE

[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1704975650973{padding-top: 35px !important;}" el_class="titolos6"]
Nella suggestiva sala della poesia nel palazzo Bice Piacentini a San Benedetto del Tronto, si è tenuto il secondo evento del Circolo Culturale di San Benedetto del Tronto dell’Associazione Das Andere (il quarto evento del programma Crisi e metamorfosi).
Ospite il Professore Antonio Allegra che, a partire dal suo testo “Visioni transumane. Tecnica, salvezza, ideologia“ (Orthotes 2017), discuterà dell’immagine dell’uomo proposta in ambito filosofico, tecnologico e letterario dal post-umano e dal transumano.
I due termini, post-umano e transumano, alludono difatti a una trasformazione epocale, a un passaggio verso una condizione che non è solo un’altra variazione sul tema dell’umano, ma la sua radicale alterazione L’incontro ha anlizzato, grazie anche al dott.Alessandro Poli, la storia, la preistoria e l’ideologia delle narrazioni transumaniste, le quali funzionano come un’ambiziosa mitologia sul potere della tecnica in nome della redenzione da una condizione umana percepita come intollerabile o addirittura nefasta.
 
L'associazione ringrazia la Regione Marche, per la quale ha presenziato il consigliere Fabio Urbinati e il Comune di San Benedetto del Tronto per la concessione dello spazio comunale.
© L’altro – Das Andere – Riproduzione riservata

[vc_row css_animation="" row_type="row" use_row_as_full_screen_section="no" type="full_width" angled_section="no" text_align="left" background_image_as_pattern="without_pattern" css=".vc_custom_1470495202139{padding-right: 8px !important;}"][vc_column css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_separator type="normal" color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]

36° incontro DAS ANDERE

[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1518915161478{padding-top: 35px !important;}" el_class="titolos6"]
Sabato 17-02-2018 si è svolto il 36°evento dell'associazione Das Andere, quarto incontro della rassegna culturale "Crisi e metamorfosi".
L'ospite - presentato dalla nuova vice-presidente dott.Valentina Galati e moderato dall'arch.Giuseppe Baiocchi -, è stato l'egittologo Federico Bottigliengo, già consulente scientifico per la società torinese Bolaffi.
Il dott.Bottigliendo, attraverso un'interessante e bellissima lezione ha dissertato sulle influenze degli antichi egizi all'interno del continente europeo: influenza partita dagli antichi greci e culminato con la spedizione bonapartista alla fine del Settecento. Particolare analisi è stata dedicata al mobilio e alla simbologia che l'antico Egitto ha prodotto in tutta Europa: dal significato delle Sfingi, fino alle curiosità di carattere medico e artistico.
Nel finale si è svolto il dibattito, che ha visto coinvolto una platea interessata e preparata. 
© L’altro – Das Andere – Riproduzione riservata

[vc_row css_animation="" row_type="row" use_row_as_full_screen_section="no" type="full_width" angled_section="no" text_align="left" background_image_as_pattern="without_pattern" css=".vc_custom_1470495202139{padding-right: 8px !important;}"][vc_column css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_separator type="normal" color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]

35° incontro DAS ANDERE

[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1704976530804{padding-top: 35px !important;}" el_class="titolos6"]
Nel suggestivo scenario della sala della poesia nel palazzo Bice Piacentini a San Benedetto del Tronto si è tenuto il primo evento del Circolo Culturale Sambenedettese dell’Associazione Das Andere, il terzo incontro della Rassegna culturale "Crisi e Metamorfosi".
Ospite del circolo è stato il giovanissimo filosofo siciliano Danilo Serra, classe 1991, dottorando presso l’Università degli Studi di Bergamo, il quale ha presentato la sua ultima relazione dal titolo "Addio alla verità. Il limite come cifra".
Il coordinatore ing.Giovanni Amadio, insieme al moderatore Alfredo Calcagni, hanno introdotto il programma associativo davanti ad un nutritissimo pubblico che ha visto la presenza di vari esponenti politici locali. Serra si è soffermato sul fenomeno del nichilismo, fenomeno di forte interesse contemporaneo. Nietzsche lo definisce come «il più̀ inquietante» (unheimlich) tra tutti gli ospiti, il più̀ allarmante, quello più̀ pre-occupante.
L’emergere del nichilismo (dal latino nihil, “niente”) ha condotto storicamente alla crisi della ragione e della metafisica, all’idea cioè che vi possa essere una verità unica afferrabile come principio di tutto.
L'impossibilità di rispondere alla domanda posta da Leibniz «perché [esiste] Qualcosa anziché Niente?» caratterizza l’epoca nichilista. Di forte interesse è stato infine il dibattito con il pubblico, al quale è susseguito l'aperitivo di benvenuto ai nuovi soci in collaborazione con il Partner Antico Caffè Soriano.
© L’altro – Das Andere – Riproduzione riservata