16 Mar In Europa vince chi resta, o forse no
[vc_row css_animation="" row_type="row" use_row_as_full_screen_section="no" type="full_width" angled_section="no" text_align="left" background_image_as_pattern="without_pattern"][vc_column css=".vc_custom_1470402358062{padding-top: 30px !important;padding-right: 20px !important;padding-left: 20px !important;}"][vc_separator type="normal" color="black" css=".vc_custom_1470414286221{margin-top: -5px !important;}"][vc_column_text el_class="titolos8"]di Lucia Ambrosio del 16/03/2016
[/vc_column_text][vc_column_text css=".vc_custom_1471005591629{padding-top: 45px !important;}" el_class="titolos6"]Chi ha fatto degli studi classici la pietra angolare della propria cultura personale, scolastica o accademica, certamente ricorderà il mito di Europa, figlia del re fenicio Agenore e prima regina di Creta, consacrata al mito greco per la sua liaison con Zeus, se così può definirsi la violenza di cui essa fu oggetto per mano del Dio degli Dei.
Dalla privilegiata, seppur sfortunata, fanciulla ha tratto il nome il nostro Vecchio Continente, e da questo a sua volta l’Unione Europea, che ad oggi costituisce, se non altro in via formale, il più completo e realizzato esempio di organizzazione politica ed economica, fondata sugli insindacabili valori enunciati nei primi articoli del suo statuto[1]: libertà, dignità, democrazia, stato di diritto e rispetto dei diritti umani. Una grande vittoria, se teniamo a mente gli infelici trascorsi della principessa greca[2]. O forse no.
La crisi del debito sovrano che negli ultimi sei anni si è diffusa a macchia d’olio in tutta l’Unione Europea ci ha abituati a riconoscere ed accettare situazioni che prima d’ora erano considerate a dir poco fantascientifiche: per esempio, il fatto che stati tradizionalmente inseriti in contesti democratici di integrazione politica ed economica potessero rischiare di fallire come aziende insolventi, oppure che il circolo vizioso “austerità imposta dall’alto – piani di salvataggio” potesse imporsi come uno standard sempre valido e giustificato, senza alcuna considerazione del particolarismo politico e delle specifiche prerogative dei diversi stati. La situazione in Grecia è inarrestabilmente degenerata di anno in anno, tra il crollo progressivo degli indicatori economici e alcune modeste illusioni di ripresa, tra recessione e stasi.