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65°incontro DAS ANDERE

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Sabato 19 novembre 2022 si è svolta la conferenza dal titolo Le “Classiche Stampe” primo tour virtuale tra le opere d’arte d’Europa, 65°evento dell’associazione onlus Das Andere presso Palazzo dei Capitani. Ospite dell’associazione è stato il Prof. Alberto Crespi, storico dell’arte ed esperto di incisione neoclassica di traduzione con importanti testi licenziati sul tema; insieme al Dott. Marco Tempera, collezionista ed appassionato studioso di incisione neoclassica e di iconografia napoleonica.
La tematica si è incentrata sull’incisione neoclassica di traduzione e della ricostruzione delle vicende artistiche delle più importanti Scuole d’incisione in Italia e dei loro Maestri, che intrecciarono le loro storie nel panorama artistico internazionale nel periodo ricompreso tra il 1780 e il 1850 ed anche oltre. Il Convegno è stato d’ausilio alla comprensione del contesto storico-culturale in cui furono concepite le “classiche stampe” aventi il loro substrato ideologico nei principi dell’illuminismo applicati alle arti e del neoclassicismo teorizzato da Winckelmann e Mengs per poi orientarsi, progressivamente, non più solamente alla riscoperta delle antichità classiche e alla tradizione pittorica del XVI e del XVII secolo ma ad una concezione del passato “mediata dal presente”, dove il presente era, soprattutto, espressione delle gesta eroiche derivate dall’epopea napoleonica.
Le “classiche stampe” furono parte integrante dell’apparato artistico di un periodo storico complesso che precede la Rivoluzione Francese fino ad oltrepassare la Restaurazione passando per l’età napoleonica che vide i protagonisti dello Stile Impero, i ceti nobiliari e i governanti succedutesi al potere, influenzare l’attività degli incisori nell’accesso alle committenze e nella scelta dei modelli da incidere. Partendo dalla disamina del concetto e della funzione della grafica di “traduzione”, delle tecniche d’intaglio su metallo nonché dei meccanismi di funzionamento del mercato delle stampe con mercanti ed editori, spesso senza scrupoli, in grado di condizionare i gusti dei collezionisti e i prezzi di vendita, decretando le fortune di un’incisione piuttosto che un’altra, saranno evidenziate le peculiarità tecniche delle più importanti Scuole d’incisione italiane e dei maestri che le diressero, del rapporto tra gli stessi e le Accademie delle arti che le ospitarono, evidenziando il confine, spesso labile, tra committenza privata e l’attività svolta nelle pubbliche istituzioni. Ciò, non lesinando confronti e spunti di riflessione attraverso la descrizione delle opere dei suoi più illustri rappresentanti: Raffaello Morghen incisore di traduzione a Roma e poi direttore della Scuola d’incisione all’Accademia di Firenze; Giuseppe Longhi, incisore di Napoleone in Italia e titolare per oltre trent’anni della cattedra d’incisione presso l’Accademia di Brera; Paolo Toschi professore d’intaglio alla Scuola di incisione all’Accademia di Parma; Francesco Rosaspina e Mauro Gandolfi rappresentanti del verbo incisorio a Bologna. Senza dimenticare accenni a figure antesignane come Francesco Bartolozzi, Carlo Antonio Porporati; Vincenzo Vangelisti e Giovanni Volpato. I loro allievi, provenienti da ogni parte dell’Europa, trasfusero l’insegnamento ricevuto, tra loro e nelle Accademie italiane e straniere, consentendo al pubblico di conoscere, attraverso le stampe, i capolavori della pittura e della scultura conservati nelle grandi collezioni pubbliche e private. La maggior parte di essi, furono attivi nella celebrazione del Mito di Napoleone e nello sviluppo della sua iconografia, riproducendone l’immagine nelle vesti di Generale dell’Armata d’Italia, Primo console, Imperatore dei Francesi e Re d’Italia, divenendo a loro volta fonte d’ispirazione per una vastissima produzione calcografica, in Francia e in Inghilterra, tale da elevare la “napoleonica” a categoria distinta nel mondo del collezionismo cartaceo.
Lo studio bibliografico, unito all’esperienza collezionistica, ha permesso di fornire spunti d’interesse per coloro che volessero avvicinarsi al collezionismo dei capolavori dell’incisione neoclassica di traduzione e dell’iconografia napoleonica e costruire, con cognizione di causa, una collezione “ideale” che sia strumento non solo per il soddisfacimento di un piacere puramente estetico o d’arredo ma, soprattutto, viatico per una presa di coscienza del ruolo potenzialmente rilevante che ognuno di noi può avere a tutela del patrimonio artistico rappresentato, nel caso di specie, da preziose carte che, ancora oggi, reggono all’usura del tempo, ognuna con una propria storia, appartenute a nobili casate, governatori, Re o Marescialli dell’Impero di Francia, patrioti del Risorgimento o magari a Napoleone stesso, giunte sino a noi dopo un lungo e tortuoso viaggio nel tempo costellato da rivoluzioni, conflitti mondiali e calamità, che meritano di “vivere” per molti e molti anni ancora.
 
 
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