L’albero di Natale: lineamenti storici e princìpi

di Ronald Friedrich Schwarzer del 28/11/2024

Il principe Metternich era preoccupato. Il principe Hardenberg era ubriaco. Almeno questo era quanto emergeva dal verbale della polizia segreta che si trovava sulla scrivania del Cancelliere di Stato. Quali nuovi disaccordi di carattere ebraico potevano accadere nel Palais Arnstein in Hoher Markt 541? Fu così che il 26 dicembre 1814 la baronessa Vogele von Arnstein nata Itzig, gran “salottiera” della Sprea, invitò tutti, secondo l’usanza berlinese, ad una festa particolare, al centro della quale si trovava un albero di Natale addobbato e illuminato da candele. La gente ballava intorno al nuovo oggetto vegetale, la signora von Münch-Bellinghausen cantava canzoni di Punch & Judy e si riunivano le grandi personalità del Congresso di Vienna. Erano presenti i consiglieri di Stato Jordan e Hoffmann, il principe Radziwill e tutti i parenti battezzati e circoncisi della famiglia Arnstein. Dopotutto il signor von Humboldt non c’era . Questa cerimonia natalizia dell’albero di Natale era completamente sconosciuta nella capitale imperiale e nella città residenziale; le innovazioni non facevano sospettare nulla di buono al cancelliere di stato von Metternich. Tuttavia a Vienna prevalse l’albero di Natale, che brillò per la prima volta il 26 dicembre 1814.

Come leggenda narra, solo due anni dopo furono accese le candele dell’albero di Natale nel Palazzo Erzherzog Carl in Annagasse. Enrichetta, la principessa di Nassau-Weilburg di origine elvetica, moglie del grande vincitore di Aspern, conobbe l’usanza dalla sua terra d’origine calvinista e la fece rivivere nel suo palazzo per far felice la figlia, nata nel luglio dello stesso anno. All’arciduca Giovanni la cosa non andava troppo a genio, era stanco degli alberi e dell’insensato spreco di denaro in scherzi così nuovi: forse proprio perché la cosa non piaceva a suo fratello, l’Imperatore Francesco ordinò che fosse allestito il primo albero di Natale nell’Hofburg.
Oggi tutti noi non possiamo immaginare un Natale senza il nostro amato albero di Natale, il delizioso profumo del bosco che porta nelle nostre case e il tenue bagliore delle candele. Questa bellissima tradizione è diventata per noi più importante del presepe di Natale e della partecipazione alla messa di mezzanotte, e guardando le cartoline di Natale che arrivano nel mio ufficio anno dopo anno, qualcuno di cultura straniera penserebbe che qui ci fosse una religione che adorava un albero di luci alla fine dell’anno. È facile infatti comprendere che in questo periodo, in cui finalmente le giornate stanno tornando ad allungarsi e le nostre speranze e aspirazioni sono rivolte alla prossima primavera, le piante sempreverdi presenti nelle stanze ci danno da sempre speranza. I Romani decoravano le loro case con tralci di alloro sempreverdi al solstizio d’inverno, i popoli germanici lo facevano con rami di abete o abete rosso e i Celti utilizzavano nespole e agrifoglio. In epoca cristiana, queste settimane, in gran parte non lavorative in agricoltura, venivano utilizzate per spettacoli spirituali al fine di avvicinare il contenuto delle Sacre Scritture alle persone credenti e analfabete. Questi giochi duravano talvolta alcuni giorni e rappresentavano anche un albero del paradiso, prima decorato con mele e poi come il tronco della croce di Cristo. Inutile dire che alle nostre latitudini venivano utilizzate conifere sempreverdi.

Si discute molto sull’origine del primo vero albero di Natale. Tallinn e soprattutto Riga la rivendicano come propria, ma si tratta di un malinteso. A Riga, sulla piazza davanti alla “Casa delle Teste Nere”, è esposto un monumento in metallo di quello che si dice sia il primo albero di Natale del 1510. In effetti, dal loro regolamento di carnevale del 1510 risulta chiaramente che si trattava di un’usanza carnevalesca: un albero di luci che veniva dato alle fiamme per il carnevale. È noto che gli abeti furono acquistati per la comunità di Strasburgo alla fine del XV secolo, ma non esistono prove dei gioielli associati. Si dice che nel 1419 i fornai di Friburgo in Brisgovia avessero appeso un albero con dolci, frutta e noci che i bambini potevano raccogliere a Capodanno. Infatti, fu l’apostata agostiniano Martin Lutero a rendere popolare l’albero di Natale.

San Nicola di Myra, Vescovo, nato intorno al 280/286 a Patrasso, Grecia e morto: 6 dicembre al 345/351 a Myra, ora Demre, Türkiye. Patrono della Russia; Lorena; i chierichetti; dei bambini; delle vergini; di pellegrini e viaggiatori; di avvocati, giudici, notai, commercianti, farmacisti, osti, commercianti di vino, produttori e commercianti di profumi, barcaioli, pescatori, marinai, zatterieri, mugnai, fornai, commercianti di cereali e sementi, macellai, birrai, distillatori di grappa, agricoltori, tessitori, Mercanti di merletti e stoffe, scalpellini, cavatori, bottai, bottonieri, fabbricanti di candele; i vigili del fuoco; dei prigionieri; per un matrimonio felice; contro gli ostacoli acquatici e l’emergenza in mare; recuperare oggetti rubati; contro i ladri. La sua grande carità e la sua grande filantropia gli hanno dato un grande nome e una profonda venerazione. Il santo ci predica l’amore vero, cristiano, che vuole donarsi volentieri e con gioia.

Secondo la tradizione cattolica, i doni furono portati da San Nicola il 6 dicembre oppure dai Magi il 6 gennaio. Tuttavia, i cittadini di Wittenberg abbandonarono vigorosamente il culto dei Santi. Il Cristo bambino dovrebbe portare i regali e nessun altro! (È uno strano scherzo della storia che oggi i circoli cattolici tradizionali debbano difendere il Cristo Bambino dall’invadenza dell’uomo ubriaco, panciuto, con la barba bianca e una veste rossa sotto il nome di Babbo Natale; ma questa è un’altra storia). In ogni caso il protestantesimo propaganda l’albero di Natale con i suoi doni contro il presepe con le sue figure.

Stampa a colori della regina Vittoria e del principe Alberto mentre ammirano l’albero di Natale al Castello di Windsor con i loro figli, 1848.

È documentato con certezza il primo albero di Natale pienamente valido nel 1539 nella cattedrale di Strasburgo. Dapprima fece la sua marcia trionfale nel nord della Germania, arrivò in Austria attraverso Vienna, nel 1825 per la prima volta a Graz al palazzo del conte Brandis e nel 1841 addirittura in Tirolo. Un professore universitario tedesco di Harvard importò l’usanza negli Stati Uniti e così fece anche il principe Alberto di Sassonia-Coburgo, in quanto marito della regina Vittoria, in Gran Bretagna. La Regina ne fu felicissima e gli regalo l’Impero! Il magnifico albero di Natale in Trafalgar Square è un regalo economico per Londra, dato che la città di Oslo lo dona agli inglesi dal 1945, come ringraziamento per il sostegno britannico nella Seconda Guerra Mondiale. Solo gli indomabili monaci cattolici dell’Oratorio di Brompton non lo vogliono. Per loro è decisamente troppo protestante, così come la Santa Messa nella lingua vernacola. Qui la tradizione non conosce compromessi.

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