22 Nov Il principe Leo von Hohenberg: “Siamo in una guerra spirituale”
di Leo von Hohenberg del 16/11/2024
Permettetemi subito un chiarimento: non sono uno storico, un politico o un filosofo. In effetti, non ho alcuna qualifica particolare per stare qui e parlarvi, se non per un caso di nascita. Sono, tuttavia, un padre, un marito, un ufficiale della riserva dell’esercito austriaco e un cattolico, e sento il dovere di cercare di fare tutto ciò che posso al servizio della pace. Proprio come tutti voi qui, voglio salvaguardare le nostre convinzioni, norme e libertà come base per una vita appagante e pacifica per le future generazioni.
Gli sconvolgimenti politico-sociali dell’ultimo decennio con l’immigrazione di massa, l’erosione totale dei valori tradizionali dell’Occidente e, più di recente, l’appoggio “morale” e “etico” verso delle guerre definite “giuste” mi hanno spinto a fare tale dichiarazione. L’assassinio del mio bisnonno S.A.I.R. Franz Ferdinand, ha annunciato la prima catastrofe del XX secolo, che è stata preceduta da un’ondata di confusione morale e, in ultima analisi, da un entusiasmo per la guerra, non dissimile dalla nostra situazione attuale.
Prima di parlare di pace, vorrei fare un passo indietro e analizzare come siamo arrivati alla situazione attuale: un mondo diviso che sta di nuovo pericolosamente avvicinandosi alla guerra mondiale e che sta attualmente vivendo una guerra di tipo diverso. Non è una guerra combattuta con le armi come in Ucraina o in Medio Oriente, ma una guerra molto più profonda, una guerra spirituale. È una guerra per la mente pubblica e politica, la quale viene combattuta con tutta la potenza e il potere finanziario delle grandi istituzioni internazionali. L’obiettivo è l’uniformità centralizzata a livello globale, e solo coloro che si conformano possono unirsi e attingere al denaro dei contribuenti. Alla maggior parte delle persone non importa o non vede la necessità di preoccuparsene, altri si inginocchiano e si adeguano perché sentono di doverlo fare, ma che lo vogliamo o no, che lo ignoriamo o no, siamo nel mezzo di questa guerra.
Dobbiamo essere consapevoli che questa guerra viene combattuta con mezzi molto sottili: non ci sono campi di battaglia, né un commando di esecuzione, né gulag nel senso tradizionale. Ridefinendo i concetti e selezionando le parole, cambiando le norme attraverso la ripetizione universale di mantra nei media, nei film e in televisione, cambiando i programmi scolastici, manipolando selettivamente i dati con l’aiuto dell’intelligenza artificiale e l’uso di altre tecnologie sottili, le opinioni vengono influenzate, le identità culturali vengono modificate, il nostro tessuto sociale viene distrutto, il nostro comportamento di voto viene modificato e siamo spaventati dalle ideologie del nuovo mondo in uno stato di sottomissione inconsapevole.
Chi non si adegua viene cancellato. L’accesso al loro denaro viene congelato, i permessi di lavoro e di viaggio vengono revocati e vengono quindi “messi da parte” con un semplice clic di un interruttore, come abbiamo già visto in alcuni paesi delle cosiddette “democrazie” occidentali. Come siamo potuti arrivare a questo? Inizia sempre con un appello alla tolleranza: prima ci viene chiesto di tollerare le anomalie, poi le promuoviamo in una dimostrazione di maturità civile e imparziale. In un successivo passaggio logico, le legalizziamo e persino le celebriamo, finché alla fine siamo perseguitati quando ancora le chiamiamo con il loro vero nome. Come disse giustamente Dostoevskij: «La tolleranza raggiungerà un livello tale che alle persone intelligenti sarà proibito di pensare per non offendere gli imbecilli». Se sei tollerante su tutto, di conseguenza non rappresenti nulla e quindi si può essere manipolati per operare qualsiasi cosa, ed è lì che la società odierna ci conduce. La guerra è pace e la pace è guerra. Sembra che il capolavoro letterario di Orwell “1984”, e “La fattoria degli animali” non siano più opere di fantasia.
La maggior parte dei cristiani fraintende completamente la tolleranza. Sai, Gesù non mangiava con i peccatori perché voleva apparire tollerante, inclusivo e accogliente. Mangiava con loro per chiamarli a cambiare per una vita fruttuosa con Lui. La sua chiamata è per la trasformazione della vita, non per l’affermazione di un’ideologia utopica. Riguarda la conversione a tutto ciò che è buono, veritiero e bello. Signore e signori, il nostro obbligo verso la prossima generazione è quello di salvaguardare la pace è di generare il coraggio per la responsabilità di salvare la normalità! Dobbiamo influenzare non solo il nostro ambiente circostante immediato, ma anche la nostra cultura, difendendo la normalità contro questi “normofobi” e la loro influenza distruttiva sulle nostre identità culturali e sulla famiglia. Di recente ho sentito l’espressione tedesca “Mut zur Verantwortung”, che tradotto approssimativamente significa: “avere il coraggio di assumersi la responsabilità”. Ciò ha toccato una corda profonda dentro di me e mi ha fatto riflettere. Considero un tradizionalista qualcuno che ha il massimo rispetto per Dio, l’umanità e i suoi antenati. Un tradizionalista non rimpiange il passato a scapito del presente o del futuro. Un tradizionalista non si crogiola nel passato e non sorvola sugli errori storici. Attraverso le lezioni apprese dal passato, accetta la sua responsabilità per il futuro! Un tradizionalista ha un tale rispetto per il costo delle lezioni apprese dai suoi antenati, che si protegge dall’amnesia con tutte le sue facoltà. Vorrei ripetere ancora una volta tale concetto: un tradizionalista ha un tale rispetto per il costo delle lezioni apprese dai suoi antenati, che si protegge dall’amnesia con tutte le sue facoltà!
La lezione più ovvia ed essenziale è il costo della guerra: un modo innegabilmente inefficiente di gestire i conflitti a cui ricorriamo ancora e ancora, giurando che ogni volta sarà l’ultima. Una lezione simile è che tutti i tentativi di istituire forme coercitive di governo hanno sempre portato a miseria e annientamento. Non è né coraggioso né responsabile imporre un’ideologia mascherata da leadership. Prendiamo ad esempio l’attuale tendenza delle organizzazioni globali a chiamare il loro potere incontrollato “governance”. Queste organizzazioni sono fortemente influenzate dai conglomerati globali e dai loro finanziatori, che impongono in modo non democratico i loro interessi e le loro utopie globaliste, istituendo leggi che non sono state votate dal loro sovrano, il popolo. Storicamente, la governance autoritaria sovranazionale ha fallito a causa della tendenza a trascurare le identità delle nazioni che cerca di governare. Se, come nazione, non sai cosa ti rende unico e cosa rappresenti, qualcun altro lo saprà. Il formato dello stato-nazione è la forma naturale dell’organizzazione umana, con non solo la cooperazione tra nazioni, ma anche la salvaguardia precisa della definizione e dell’identità di ogni singola nazione. Non confondiamo la centralizzazione del potere con la cooperazione internazionale. Pertanto, un governo sovranazionale veramente coraggioso ed efficace dovrebbe avere come unico obiettivo la salvaguardia della cultura, della storia e delle libertà economiche e politiche di ogni singolo stato membro. Un governo sovranazionale veramente coraggioso ed efficace si limiterebbe quindi esclusivamente alle questioni sovranazionali, assicurando il mandato del popolo sull’imposizione di programmi artificiali. In altre parole, dal basso verso l’alto, non dall’alto verso il basso. Una cooperazione veramente democratica tra stati dovrebbe rispettare il patrimonio e l’eredità di ogni singolo stato. Sfortunatamente, le istituzioni europee e globali rendono omaggio solo a parole ai principi sovranazionali. Attraverso il prisma miope dei periodi legislativi, l’azione legale e normativa diventa l’unico obiettivo. Le “leggi di emergenza” recentemente ratificate e votate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sono un esempio di questo tipo di legislazione dittatoriale. Il potere ha bisogno di controllo!
Stiamo vivendo il crollo concertato dell’identità nazionale e delle libertà personali e attualmente siamo incoraggiati a respingere ogni credenza, usanza e norma e a sostituirli con una “nuova verità”.
Ovviamente non abbiamo imparato dalla storia. Mi vengono in mente alcune volte nella nostra storia recente in cui l’ostinata imposizione dell’ideologia contro ogni verità ha causato sofferenze indicibili e offese a Dio. Quindi, come può il rispetto dei nostri antenati aiutarci a proteggere la nostra civiltà dall’eccesso di organizzazioni utopiche e garantire un futuro luminoso e pacifico?
Credo che la risposta sia nell’uomo allo specchio. Dio ci ha dato la capacità di trasformare i nostri pensieri in azioni. Dalle azioni nascono le abitudini, e le abitudini plasmano la nostra vita. Dove scegliamo di mettere insieme i nostri pensieri, è ciò che plasma la nostra società. Dio ha dato a ciascuno di noi la capacità e la libertà di pensare, di allenare la nostra mente a concentrarsi su tutto ciò che è giusto, vero e dato da Dio. Nessuno, che sia un credente o un ateo, può contestare la validità dei Dieci Comandamenti, o come si potrebbero chiamare i 10 consigli per la vita.
La libertà divina di pensiero è progettata per proteggerci dall’imposizione tirannica delle ideologie. La nostra eredità cristiana è progettata per proteggerci dalla cattiva guida. Siamo divinamente programmati per sapere che ci sono verità assolute e che le “verità personali” sono opinioni, non fatti, e sono semplicemente una distorsione della verità. L’esempio più lampante della distorsione a cui siamo sottoposti è il linguaggio. Il linguaggio è lo strumento che non solo esprime i nostri pensieri, ma condiziona il modo in cui pensiamo e agiamo. Negli ultimi 15 anni abbiamo assistito a un rapido cambiamento nel modo in cui vengono chiamate le cose e il nuovo vocabolario usa eufemismi per distorcere la verità. Cosa suona meglio: “castrazione e mutilazione” o “assistenza sanitaria che afferma il genere?” “Infanticidio” o “assistenza sanitaria riproduttiva?” Censura o “tutela dalla disinformazione?” Una scelta diversa di parole cambierà la tua percezione di un concetto, cambierà i tuoi pensieri e le tue azioni. Dobbiamo combattere contro questi giochi mentali. Non sottovalutare il tuo senso divino per la Verità. Se qualcosa puzza di pesce, probabilmente è marcio!
Per essere un veicolo di cambiamento e pace, ci sono abitudini quotidiane che possiamo esercitare come cittadini:
– Prestiamo attenzione alle parole, a ciò che scegliamo di ascoltare e a ciò che decidiamo di leggere. Dobbiamo sempre essere consapevoli di cosa vogliamo esprimere, prima di parlare, essere selettivi e coscienziosi del nostro vocabolario.
– Una persona responsabile esercita un sano scetticismo verso tutte le forme di media e ha il coraggio di formare opinioni indipendenti sugli eventi attuali seguendo la bussola che Dio ci ha donato.
– Mettiamo in discussione la tendenza. Non dobbiamo aver paura di essere la classica “pecora nera”. Ricordiamoci che se seguiamo il gregge, finiremo per calpestare ciò che abbiamo lasciato alle spalle!
– Limitiamo il nostro tempo davanti allo schermo della televisione e all’audio delle radio, riscopriamo i classici, gli antichi filosofi, cerchiamo quanto possibile di attivare la conoscenza dei nostri antenati, parliamo con gli anziani, insegniamo ai nostri figli!
– Anche i più timidi tra noi dovrebbero cercare attivamente opportunità per parlare con gli altri di ogni cosa e usare il nostro senso di ciò che è giusto come guida. Sia in un ambiente empatico, come quello di oggi, sia in uno più anticonformista, la nostra credibilità e integrità, la nostra forza morale interiore, ci forniranno gli argomenti più sinceri ed efficaci. “Questo non mi sembra giusto” o “puoi spiegarmelo?” sono argomenti di discussione che tutti possono rispettare. Non aver paura di dire il proprio pensiero, anche se potrai trovarti in ambienti molto vicini alla tua persona: sarai sorpreso di quante persone saranno d’accordo con te.
– Evitiamo di sentirci isolati e impotenti, cerchiamo attivamente conversazioni con persone che la pensano come noi, per rafforzare la nostra determinazione e il nostro benessere spirituale.
– Quando siamo in mezzo a degli sconosciuti, distogliamo lo sguardo dal telefonino e proviamo ad avviare delle conversazioni informali, con il cassiere, il tassista, il passeggero di un treno o di un aereo, ad esempio! Ogni incontro, non importa quanto banale, è un’opportunità divina: non possiamo mai sapere che effetto possono avere le nostre parole su un’altra persona.
– Preghiamo affinché, nel nostro essere piccoli di fronte al creato, lo Spirito Santo possa operare attraverso di noi. Rimaniamo sinceri di spirito e nella fiducia verso il prossimo, Dio farà il resto.
– Cerchiamo la saggezza e la guida di Dio in qualsiasi modo e cerchiamo sempre di avere coraggio di alzarci in piedi e parlare con educazione e moderazione, ma proferendo la Verità!
Infine, non permettiamo che questi tempi difficili ci faccino sentire una vittima impotente. Non cediamo a sentimenti di insicurezza o di vera e propria paura. Combattiamo attivamente la tentazione di rinchiuderci in una confortevole passività e sottomissione contro il nostro miglior giudizio. Lasciamo che la nostra mente pensi al di fuori della narrazione dominante. Disciplinati per mettere in discussione rispettosamente l’autorità e le opinioni dei cosiddetti esperti.
Può sembrarci impossibile come individui possiamo combattere contro la corruzione della mente collettiva. Tuttavia, possiamo riprendere il potere dalle istituzioni anonime. Il cambiamento avviene quando rifiuteremo di essere condizionati dallo status quo. Il cambiamento avviene quando rifiuteremo di accettare silenziosamente la narrazione onnipresente.
Come ci ha insegnato Santa Teresa d’Avila:
Cristo non ha altro corpo ora se non il tuo./Nessuna mano, nessun piede sulla terra se non i tuoi./I tuoi sono gli occhi attraverso i quali guarda con compassione questo mondo./I tuoi sono i piedi con cui cammina per fare del bene./Le tue sono le mani attraverso le quali benedice tutto il mondo./Le tue sono le mani,/I tuoi sono i piedi,/I tuoi sono gli occhi,/Tu sei il suo corpo./Cristo non ha altro corpo ora sulla terra se non il tuo.
Per approfondimenti:
_Fürst Leo von Hohenberg: „Wir befinden uns in einem spirituellen Krieg“
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