
13 Gen Joseph Roth: un requiem per il suo Impero defunto
di Giuseppe Baiocchi del 13/01/2024
Joseph Roth è uno dei grandi sopravvissuti della civiltà ebraica dell’Impero danubiano.
L’autore nella sua opera più famosa Radetzkymarsch (La marcia di Radetzky del 1932), descrive con mirabile precisione la conclusione di una società fondata sulla tradizionale gerarchia della Monarchia Duale. Il filosofo e critico letterario ungherese György Lukács (1885 – 1971) nel 1939 affermò come il romanzo di Roth, potesse essere considerato di stampo storico-realistico: l’analisi della decadenza dissolutrice, si cela dietro il più palese «rimpianto» da parte dei protagonisti, in ottica soggettiva.

Joseph Roth (Brody, 2 settembre 1894 – Parigi, 27 maggio 1939) è stato uno scrittore e giornalista austriaco. Grande cantore della Finis Austriae, della dissoluzione dell’impero austro-ungarico che aveva riunito popoli di origini disparate, con lingue, religioni, tradizioni diverse. Lui stesso era nato alla periferia dell’impero, nell’odierna Ucraina

Il personaggio letterario si ispira al barone Andrej von Čehovin (1810 – 1885), verso il quale nel 1898 fu eretto un monumento a Dolanci, nel distretto di Sesana, appartenente alla Contea Principesca di Gorizia e Gradisca. Il progetto pensato dall’architetto Maximilian Fabiani, venne realizzato dallo scultore Anton Bitežnik, insieme allo scalpellino Franc Bitežnik. Nello stesso anno ricorreva il 50° anniversario di Regno dell’imperatore Franz Joseph I, il quale contribuì economicamente per l’opera. Il monumento, alto oltre 5 metri e in marmo di Carrara, raffigura l’eroe in piedi, con le braccia incrociate, in uniforme militare, con la spada al fianco e le spalle coperte da un pesante cappotto militare, mentre sul petto spiccano le decorazioni militari. Repressioni, violenze, umiliazioni e vandalismi di stampo squadrista imperversavano nei territori annessi dall’Italia nel 1921, ed in particolar modo nei territori abitati da sloveni. Nel 1926 il monumento, fu smontato e nascosto in un luogo sicuro. Solo nel 1987 fu possibile recuperare il monumento, restaurarlo e ricollocarlo sul luogo originale.

Joseph Roth, negli anni Trenta del Novecento si stava distruggendo con l’alcool. I suoi amici avevano tentato di tutto per curarlo, ma senza successo. Poi uno di loro, sapendo dell’infatuazione di Roth per gli Asburgo, ebbe l’idea di chiedere a Otto d’Asburgo di intervenire. Il giovane principe, nella migliore tradizione di Francesco Giuseppe, esclamò: «Roth, in qualità di vostro imperatore, io vi ordino di smettere di bere». Lo scrittore, in piedi sull’attenti, da ex soldato dell’impero asburgico, rimase alquanto scioccato, ma balbettò il proprio assenso e lasciò la stanza.

Joseph Roth seduto in un bar di Amsterdam con amici e colleghi, Fritz Hannemann, Charles Nypels, Otto B. de Kat, Joop Sjollema e Maurits Mok.

Francia: Lo scrittore austriaco Joseph Roth a Parigi. Fotografia. Intorno al 1925.
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