25 Ott Konservative Rivolution – La rivoluzione-conservatrice tedesca
a cura di Stefano Scalella
09 ottobre 2021 – Sala dei Savi, Palazzo dei Capitani del Popolo (Piazza del Popolo) – 63100 AP
Introduce: Arch. Giuseppe Baiocchi
Modera: Diego Della Valle
Interviene: Dott. Orazio Maria Gnerre
Sabato 09 ottobre 2021, presso la Sala dei Savi di Palazzo dei Capitani del Popolo (Piazza del Popolo) in Ascoli Piceno è andato in scena il 60°incontro dell’associazione culturale onlus Das Andere. L’evento ha visto la presenza del filosofo e politologo Orazio Maria Gnerre, il quale ha presentato la sua Lectio Magistralis incentrata su “Konservative Rivolution – La rivoluzione-conservatrice tedesca”. La tematica introdotta dal presidente Giuseppe Baiocchi e moderata dal consigliere Diego Della Valle ha visto la presenza del sindaco di Ascoli Piceno dott.Marco Fioravanti. La Rivoluzione conservatrice tedesca – (Konservative Revolution) è stato quel movimento di pensiero, alquanto variegato, che si è sviluppato in Germania dalla conclusione della prima guerra mondiale, fino all’avvento del nazionalsocialismo. La prima riflessione che Gnerre ha posto al nutrito pubblico si è incentrata sul quesito di cosa rimane oggi di tali pensatori e se questa ideologia ha superato il secolo scorso. Il saggio, di Gnerre “Materiali. Reinterpretare la rivoluzione conservatrice”, è stato il tentativo di donare una nuova luce a quel periodo che fu definito dallo storico Jeffrey Herf (1947) “modernismo reazionario”. I quattro testi contenuti in questo saggio, rappresentano solo l’inizio di una più vasta riflessione: sono l’interpretazione della Rivoluzione conservatrice quale scuola di pensiero geo-storicamente contestualizzata, la formalizzazione di un suo canone di autori, ed il rapporto dei suoi temi e concetti con il pensiero di Marx. Autori come Spengler, Jünger, Freyer, Schmitt, Sombart e Heidegger saranno raccontati attraverso i concetti base del periodo: _l’opposizione alla modernità (intesa come capitalismo e sistema liberale anglo-francese); _una nuova heimat unita; _nuovo corso all’idealismo cartesiano di matrice squisitamente alemanno-tedesca. A questi concetti Gnerre ha segnato una nuova via ideologica, una sua nuova interpretazione che non passa solo dal binomio – tanto controverso nei termini – di “rivoluzione” e “conservazione”, ma la sua scintilla ideologica si instaura sui princìpi tratti dall’eternità della storia occidentale: _la natura fondamentale dell’uomo; _la preservazione del senso, propriamente inteso umano; _analisi filologica sulla preservazione del linguaggio e della sua forma. Questi pochi concetti elencati sono stati espressi dall’autore per risolvere quella “crisi del soggetto” che ha visto crollare sia la religione, sia la società dei ceti, che quella delle appartenenze organiche. Oggi più che mai occorre un ritorno a quella che Gnerre ha definito come “una necessità di autenticità ed essenzialità”, per scongiurare la jüngeriana frase in cui «gli altari in rovina sono abitati da demoni».
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