La rivoluzione Francese, abbattendo il sistema monarchico, ha distrutto quello che per Adam Smith (1723 – 90) è stato uno dei sistemi economici più funzionali della storia dell’umanità, ovvero la Fisiocrazia. L’economia della Francia monarchica era fondata sulla natura, cioè le ricchezze provenienti dalla terra, le quali garantivano l’autarchia alimentare della nazione. Un paese fondato su un’economia di tipo mercantilista, che dipende dal commercio con gli altri paesi, non è in grado di sfamarsi. Ecco perché contro alla Rivoluzione Francese (1789), nella guerra di Vandea (1793 – 95), sono insorti i contadini, legati alla propria terra.
Durante il regno di Re Luigi XV (1710 – 74) la Francia diede vita ad una delle teorie economiche più importanti e funzionanti della storia dell’umanità, ossia la fisiocrazia. Il mercantilismo internazionale, con l’usura e le società per azioni – ormai ampliamente diffuse – venne ostacolato grazie all’avvento delle teorie fisiocratiche di Francois Quesnay (1694 – 1774), Victor de Riqueti, marchese de Mirabeau (1715 – 89) e Pierre Samuel du Pont de Nemours (1739 – 1817).
I tre principali teorici della teoria fisiocratica (da sinistra a destra): Victor de Riqueti, marchese de Mirabeau (1715 – 89), Francois Quesnay (1694 – 1774) e Pierre Samuel du Pont de Nemours (1739 – 1817).
Fisiocrazia, dal greco, significa «Potere dalla natura» e si ritrova nel testo di Du Pont de Nemours intitolato Physiocratie ou constitution naturelle du gouvernement le plus avantageux, del 1767. Secondo questa teoria l’unico settore dell’economia in grado generare un prodotto netto (produit net) non era il commercio ma l’agricoltura, in quanto fonte di cibo e lavoro. Solo l’agricoltura, infatti, è in grado di generare vera ricchezza, e persino la Banca Mondiale nel 2008 ha riconosciuto che la crescita del settore agricolo contribuisce a ridurre la povertà in misura maggiore rispetto a qualsiasi altro settore. Quesnay, che era il medico personale della Marchesa di Pompadour (1721 – 64) a Versailles, nel suo Tableau économique dimostrò che il lavoro e l’agricoltura fossero la base di ogni progresso del Regno, di ogni forza e di ogni virtù della società. In questa visione aristocratica dell’economia, in cui la ricchezza era garantita dal possedimento della terra e dai suoi frutti, non vi era spazio per le teorie mercantilistiche o usuraie.
Quesnay, che era figlio di contadini, ipotizzò che la ricchezza non dipendesse dalla quantità di oro e argento posseduti ma fosse generata dalla produzione, ossia il lavoro del contadino o dell’artigiano. Secondo tale teoria i mercanti non generano alcuna ricchezza giacché si limitano a spostare merce da una parte all’altra arricchendosi comprandola a poco prezzo e rivendendola a prezzo maggiore. Allo stesso modo i prestiti in denaro ad interesse non generano ricchezza complessiva, perché semplicemente la spostano dalle tasche di chi ha richiesto il prestito a chi l’ha erogato. Questi pensatori francesi, che si definirono Les économistes, resero florida la monarchia di Re luigi XV ma sfidarono l’approccio mercantilista che invece dominava la riflessione economica di allora, per cui fosse necessario promuovere lo sviluppo delle attività di tipo commerciale tra nazioni e l’accumulare oro.
Physiocracy, o la costituzione naturale del governo più vantaggiosa per l’umanità. Leida, ed è a Parigi, Merlino, 1768-1767. Un frontespizio allegorico inciso in intaglio di Ozanne secondo Jeaurat, che celebra la felicità della vita di campagna, e una vignetta xilografica di Beugnet su ogni titolo. Il medico personale di Madame de Pompadour e membro dell’Accademia delle scienze di Parigi, François Quesnay (1694-1774) è considerato il fondatore della prima scuola sistematica dell’economia politica scientifica. Con i suoi pochi discepoli, tra cui Dupont de Nemours, Le Trosne, Le Mercier de La Rivière, Abbé Baudeau, Turgot e Mirabeau, stabilì una dottrina economica basata sull’idea che solo la terra è produttore di ricchezza, che l’unica classe produttiva è quella degli agricoltori e che esistono leggi naturali basate sui principi di libertà e proprietà che consentono di mantenere l’ordine sociale.
La tabella economica di Quesnay è il primo modello macroeconomico basato su dati empirici derivante da uno studio approfondito del sistema economico francese: ciò rende questo testo anticipatore di ogni metodologia moderna di studio dell’economia e anche Adam Smith di questo sistema dirà che “è forse l’approssimazione più vicina alla realtà che sia mai stata pubblicata sul tema dell’economia politica”. Conseguentemente a questo studio Quesnay affermò che i proprietari terrieri avrebbero dovuto investire nell’agricoltura almeno la metà delle loro entrate, in modo da mantenere il settore agricolo sempre produttivo. Inoltre disse che i contadini, primo pilastro della società, non dovessero essere oppressi con un carico fiscale eccessivo, sia diretto che indiretto, in modo che potessero investire i loro capitali in tecnologie agricole per incrementare la produzione. Altro punto fondamentale della dottrina fisiocratica, oltre agli sgravi fiscali, era la non intrusione dello stato: il laissez-faire, poi diventato il mantra delle scuole liberali e liberiste, non voleva essere l’invito all’egemonia del privato sul pubblico, bensì la era la semplice constatazione che la natura e l’agricoltura, sebbene possano esservi dei periodi di crisi, tendano generalmente a riequilibrarsi da sole. Chi possiede ed è in grado di coltivare un campo ed usare l’aratro, infatti, può attraversare momenti di carestia, ma non morirà mai di fame. A detta di Quesnay, infatti, vi possono essere momenti di scarsa produzione, ma la terra è sempre capace di generare un minimo di prodotti agroalimentari. Il contadino e l’aristocratico, il quale possiede la terra su cui il contadino lavora in cambio di difesa e protezione, possono sperimentare la mancanza di denaro liquido ma non la miseria e la fame.
Ad esempio (osservare la tabella sottostante), in un anno il settore agricolo produce un valore pari a 5. La classe produttiva degli agricoltori utilizza una parte del prodotto (2) per pagare i braccianti e i profitti degli imprenditori agricoli ( fermiers ) e rimpiazzare i fattori produttivi (input, sementi, ecc. ) per avviare un nuovo ciclo produttivo. Un’altra parte della produzione (1) viene utilizzata dagli agricoltori per acquistare i mezzi di produzione dagli artigiani. Il settore agricolo genera, pertanto, un prodotto netto pari a 5-3 ossia 2. Questo sovrappiù (2) è la rendita agricola dei proprietari terrieri ( aristocrazia ). Nel Tableau économique i proprietari terrieri rappresentano la classe distributiva del sistema economico, in quanto utilizzano la rendita agricola (2) per acquistare prodotti agricoli (1) e prodotti della manifattura (1). L’artigianato e il commercio sono, invece, una classe sterile. Nel Tableau gli artigiani ottengono un flusso monetario pari a 1+1 dalla vendita dei loro prodotti agli agricoltori (1) e ai proprietari terrieri (1). Il valore della ricchezza ottenuta (2) viene però riutilizzato interamente per acquistare i prodotti agricoli (2), necessari per la sopravvivenza della propria famiglia. Secondo i fisiocratici, pertanto, gli artigiani e i commercianti non aggiungono nuova ricchezza, pur producendo beni e servizi utili per gli agricoltori e per i proprietari fondari.
Quesnay descrive un sistema economico circolare in cui agricoltori, artigiani-commercianti e proprietari terrieri si scambiano merci e servizi contro moneta. La seguente rappresentazione del Tableau économique mostra i flussi monetari generati dagli scambi. La prima versione del Tableau économique è del 1758. La “tavola” viene successivamente approfondita e perfezionata nel 1767 ( “Analisi della formula aritmetica della tavola economica” ). Nella seconda versione il Tableau économique assume una forma moderna che, pur essendo semplificata, anticipa nel tempo le analisi input-output e l’analisi dell’equilibrio generale e delle interdipendenze strutturali di Leontief.
Come affermano les économistes, che erano perlopiù aristocratici, tutte le classi sociali eccetto quella del contadino sono “sterili” in quanto non sono in grado di produrre nulla. Oggigiorno limitare l’economia al valore prodotto dalla terra risulterebbe anacronistico in quanto la ricchezza generata dall’industria e dai servizi è basilare per il funzionamento degli Stati, ma trarre da questa esperienza del passato alcune buone riflessioni per contrastare l’attuale dipendenza economica da paesi stranieri non può che essere un bene. L’aver messo al centro dell’attenzione economica nazionale i prodotti della terra ha nobilitato il lavoro del contadino e sacralizzato il settore primario: se ancora oggi la Francia gode di una pregiata tradizione enogastronomica e di un’attenzione così particolare per le aziende che producono eccellenti vini, formaggi, ortaggi e carni è merito della teoria Fisiocratica. La Rivoluzione Francese ha versato sangue in nome della Libertà, ma di fatto la Francia abbandonando la fisiocrazia è diventata schiava del commercio internazionale e dei mercanti.
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