25 Ago Johann Strauss, Joseph Lanner e la Nemesi del Valzer
di Carlotta Travaglini 26/08/2018
La famiglia che dà i natali ai più celebri balletti della corte di Vienna proviene da Leopoldstadt, oggi secondo distretto della città di Vienna, ad est di Inner stadt, primo distretto, sopra il canale del Danubio. Questo quartiere era separato dalla Pazmanitengasse, enorme arteria che ospitava la più grande sinagoga di Vienna, che venne distrutta nella notte dei cristalli del 1938. Suo nonno, Johann Michael Strauss (1720 – 1800), originario di Budapest, era ebreo, ma si era convertito al cattolicesimo per poter sposare Rosalia Buschin (1729 – 1785), figlia di un guardiacaccia originario dell’Austria Inferiore. Il 14 marzo 1804, Johann Strauss viene battezzato con rito cattolico.
Suo padre, Franz Borgias Strauss (1764 – 1816), sposò Barbara Dollmann (1770 – 1811) e la giovane coppia gestiva una locanda nella Flossgasse, frequentata prevalentemente da marinai del Donaukanal, provenienti da Linz. Le esibizioni dei viandanti erano di casa: il piccolo Johann Baptist Strauss, Sr. vi assistette spesso e con grande curiosità; egli fu il solo dei sei figli della coppia a superare il secondo anno di vita, assieme alla sorella, Ernestine Strauss (1798 – 1862), che in futuro avrebbe sposato Kark Fux (1805 – 1859), musicista e futuro segretario del compositore. Tale famiglia è un esempio perfetto dell’assorbimento della cultura ebraica all’interno dell’Austria-Ungheria e ci mostra come la forza della cultura tedesca, di stampo cattolico, sia riuscita ad amalgamare gli ebrei con la società: elemento sempre molto difficile con il popolo eletto.
A dodici anni fu mandato come apprendista presso un rilegatore, per poter imparare un mestiere. Non riuscì a lungo a sopportare il nuovo lavoro e tentò addirittura una fuga che, per certi versi, si rivelò fortunata: per strada incontrò un suonatore ambulante, chiamato Polischansky, il quale dopo averlo riportato a casa e aver ottenuto l’approvazione dei suoi genitori, sarebbe diventato il suo primo insegnante di musica.
Molto di moda erano, all’epoca, le orchestre da ballo, tra le quali spicca quella diretta da Michael Palmer, il quale si esibiva presso il raffinato Cafe Sperl. Fu così che alla giovane età di quindici anni Johann Strauss ebbe la fortuna di esibirsi insieme a loro: qui entrò in contatto con il giovane Joseph Lanner (1801 -1843), di tre anni più anziano, con il quale intraprese una forte amicizia. Già da tempo l’amico stava facendosi strada nell’ambiente che li vedeva uniti, ma le loro strade si biforcheranno. L’amico Lanner nato al numero 5 di Mechitaristengasse, ora settimo distretto di Vienna, di famiglia umile, studierà il violino da autodidatta mostrando doti molto precoci: entrerà infatti nell’orchestra di Palmer all’età di dodici anni. Legati da forte affiatamento abbandonano insieme l’orchestra nel 1818 per fondare un trio con i fratelli Karl e Johann Drahanek, rispettivamente al violino e alla chitarra, che diventerà poi un quintetto aggiungendovi un violoncello ed una viola, suonata dallo stesso Strauss. Il progetto cresce e Lanner riesce a costruire una vera e propria orchestra.
In quel periodo Strauss e Lanner condividono un appartamento nel Windmuhlgasse, al numero 18 e nel 1824 Lanner diventa definitivamente il direttore dell’orchestra, mentre a Strauss spetta il ruolo di vice direttore. Mentre le esibizioni si susseguono senza tregua in un successo sfrenato, Strauss si convinse che le proprie opere non venissero celebrate abbastanza.
Una sera di settembre 1825 allo Zum Bock, Joseph Lanner e Johann Strauss litigano atrocemente. L’orchestra si scinde e 14 elementi decidono di seguire Strauss, che crea così una propria orchestra apertamente ostile a Lanner; quest’ultimo, da parte sua compone il Trennungs-Waltzer op. 19 (Waltzer della separazione). Tuttavia, nonostante tutto, i due musicisti avrebbero avuto ancora occasione di lavorare insieme. Nello stesso anno, dall’unione di Strauss con Maria Anna Streim (1801 – 1870), nasce il suo primogenito, Johann Baptist Strauss, II (Jr., 1825 – 1899), futuro compositore. Il 22 agosto 1827 nasce il secondogenito Joseph, anch’egli destinato alla medesima professione.
In breve tempo il complesso di Strauss ottiene un discreto successo. Così gli balenò l’idea di creare e gestire più gruppi musicali, così che si potessero esibire contemporaneamente in più contesti. Anche la famiglia Strauss continuava ad ampliarsi, con la nascita di Anna (1829), Teresa (1831) ed Eduard (1835), futuro musicista, compositore e direttore d’orchestra. Dal 1834 la famiglia Strauss dimora stabilmente nella Hirschenhaus, sulla Tabostrasse.
Il complesso di Strauss esordisce allo Sperl il 4 ottobre 1829. Ad assisterlo troviamo il giovane Richard Wagner (1813 – 1883), che ricorda con sincera emozione «l’entusiasmo quasi frenetico in cui entrava immancabilmente il sorprendente Johann Strauss, ad ogni pezzo che dirigeva suonando, ad un tempo, il violino. All’inizio d’ogni nuovo valzer tremava, quell’autentico genio della musicalità popolare viennese, come una pitonessa sul tripode e il vero gemito voluttuoso dell’uditorio inebriato assai più dalla sua musica che dalle bevande consumate, spingeva l’entusiasmo del magico violinista ad un grado per me quasi angoscioso».
Fino ai primi anni ’40 il successo di Johann Strauss fu sempre inferiore a quello di Joseph Lanner. Nel 1829 quest’ultimo ricevette l’ambita nomina a direttore musicale dei balli alla Redoutensäle nel palazzo imperiale di Hofburg; poco tempo dopo gli venne affidata anche la direzione della banda del II reggimento cittadino della città di Vienna. Con Joseph Lanner il valzer smise di essere un genere contadino.
Il valzer viennese nasce nel contesto più popolare. Il nome deriva dal tedesco Waltzen, che significa “girare in tondo”. Molte danze popolari ne possedevano caratteri affini; alcune, austriache e bavaresi, come il Dreher (da ‘sich drehen’, girare su se stessi), sono alla base della sua costituzione. Molti studiosi ritengono che il Ländler, danza tipica degli ambienti contadini austriaci originaria del Landl, una regione dell’alta Austria, ne sarebbe il diretto antenato; tant’è che, nelle prime apparizioni del valzer, il loro nome veniva confuso assieme a quello di altri generi (alcuni valzer beethoveniani recano anche il nome di “Contraddanza”). Il Landler è in ¾, si balla a coppie ed ha un andamento molto marcato, lontano dai toni eleganti e leziosi dei generi aristocratici. A partire da esso il valzer, con l’affermarsi della borghesia nel corso del XVIII secolo, venne importato a pieno titolo nelle città.
Il nome si diffonde nell’Ottocento e figura tra gli scritti di Haydn, Mozart, Beethoven; tuttavia per lungo tempo fu ostacolato dai “conservatori”, che vedevano in esso un genere musicale senza troppe pretese, semplice e lascivo. Addirittura cominciarono a circolare dei manualetti che indicavano come comporre valzer sfruttando il gioco dei dadi: il più famoso, “Introduzione per comporre quanti Valzer si vuole per mezzo di due dadi, senza sapere nulla di musica o di composizione”, è attribuito a Wolfgang Amadeus Mozart.
Diffusosi inizialmente in Austria e nel sud della Germania, il valzer raggiunge presto le capitali Europee e diventa un genere internazionale. Nonostante tutto piace, entusiasma i ballerini, che possono finalmente danzare abbracciati, e le melodie catturano tutti. I valzer vengono suonati in Italia, in Inghilterra, vengono scritti anche dai compositori più insigni; in Francia, dopo l’introduzione tra i balli di corte voluta da Maria Antonietta, diventa un momento tipico del genere operettistico, assumendo caratteristiche del tutto proprie ed un carattere più melanconico, languido, lento. A Vienna, invece, invece, i valzer di Lanner e Strauss sono un’imponente tradizione.
Il loro campo vincente era quello della musica da ballo. Infatti era nel Carnevale, il “Fasching”, che le grandi orchestre riuscivano ad avere più attività. Joseph Lanner si cimenta in diverse centinaia di musiche da ballo dei generi più in voga; naturalmente, molte di esse erano valzer. Il suo valzer più celebre è Die Schönbrunner, op.200, “L’abitante di Schombrunn”. Il nome di quest’opera proviene dal titolo, che si riferisce al proprietario del Caffé Dommayer, locale nel distretto di Hietzing, dove si trova anche il castello.
Fino all’ascesa di Johann Strauss Jr. con “An der schönen blauen Donau ” nel 1867 (Sul bel Danubio blu), fu questo, forse, il valzer che più riecheggiava, tra le vie di Vienna.
Dai titoli di molte opere (valzer, Ferdinand II, gewidmet ; valzer, Maria Ludovica, gewidmet; “gewidmet” in tedesco significa “dedicato a”) si evince che la loro destinazione fossero gli ambienti aristocratici viennesi. Lo stesso castello di Schonbrunn (Schloss Schönbrunn, in tedesco) fu la sede della casa imperiale d’Asburgo dal 1730. Voluta dall’imperatore Carlo VI come residenza estiva, raggiunge la sua maestosità con gli imponenti lavori voluti da Maria Teresa D’Austria. Per tre anni vi prese residenza lo stesso Napoleone Bonaparte, e fu il luogo di nascita dell’imperatore Francesco Giuseppe, che vi morì nel 1916.
Perderà la destinazione di residenza imperiale con il crollo della monarchia asburgica nel 1918. Oggi molte delle sue sale sono destinate ad usi governativi.
Altre composizioni celebri furono Hofballtänze (Danze per il ballo di corte, ancora oggi estremamente popolari) op. 161, Steyrische-Tänze (Danze stiriane, composto in stile Landler, in omaggio all’antenato del valzer) op. 165, e Die Romantiker (Il Romantico) op. 167.
Mentre Lanner coltiva il proprio successo locale, Strauss ha progetti più vasti. La sua orchestra conta ormai più di 200 elementi, il suo nome domina le scene. Nonostante la precarietà della sua situazione familiare, riesce a districarsene; convalescente da un duro malore, si separa dalla moglie per averla tradita, nel 1833, con una cappellana viennese, Emilie Trampusch e, avendo costruito con lei una seconda famiglia segreta,sceglie di seguire quest’ultima.
La relazione con la moglie era complicata da tempo; detestava il fatto che lei avesse concesso ai figli Johann e Joseph di prendere lezioni di musica.
Allo stesso anno risale la sua prima tournée, che lo portò ad esibirsi al cospetto del re di Prussia. Le recensioni dei critici sono entusiastiche. Nel ’37 prende parte ai festeggiamenti per l’incoronazione della regina Elisabetta ed il grand tour dei musicisti procede per altre settantadue mete.
Forse ottusamente Lanner, che preferì non travalicare il suolo nazionale, era convinto che il valzer non avrebbe potuto “attecchire” all’estero, o detenere un successo pari a quello già costituito localmente. In Francia l’orchestra di Strauss dette la bellezza di ottantasette concerti. Al concerto del 1º novembre 1837 a Parigi assistettero, tra le file degli spettatori, Berlioz, Cherubini, Meyerbeer e Paganini. Il 5 novembre, alle Tuileries, si esibì davanti a al re Luigi Filippo e al re Leopoldo del Belgio. Il culmine fu raggiunto con la stipula di un contratto con Philippe Musard, artista addetto alla musica da ballo, col quale tenne una trentina di concerti nella capitale francese. In Inghilterra, Strauss prese parte ai festeggiamenti per l’incoronazione della Regina Vittoria, il 28 giugno 1837. Johann Strauss rientra a Vienna il 13 gennaio 1839.
L’anno successivo gli viene concesso di partecipare ai grandiosi Balli di corte, dove si sarebbe potuto esibire di lì in poi alternandosi con Lanner; dal 7 gennaio 1846 ne divenne il direttore, su concessione dell’imperatore.
Tuttavia il successo dell’amico-nemico si sarebbe spento presto. Un’epidemia di tifo invase Vienna nel 1843 e Lanner, rimastovi contagiato, morì. Ciò significò, per Strauss, trovarsi ad essere l’incontrastato dominatore delle scene musicali Viennesi. Ai funerali di Lanner, fu lui ad occuparsi delle musiche.
Tra il 1835 ed il 1844 Johann Strauss ed Emilie Trampusch ebbero sei figli; in quest’ultimo anno ottenne il divorzio definitivo dalla moglie Anna. Fu solo grazie al distacco del padre che suo figlio Johann Strauss Jr., poté finalmente debuttare nel mondo musicale: il suo primo incarico fu quello di direttore dei balli al Casinò Dommayer di Hietzing, vicino al Castello di Schönbrunn.
L’ondata di rivoluzioni che travolse il ‘48 invase la capitale austriaca il 13 marzo, quando studenti e lavoratori insorsero contro lo stato di polizia messo in piedi da Metternich, Strauss si pose sempre come accanito difensore della Monarchia Asburgica. È questo clima che vede la nascita della più celebre opera del compositore, la Radetzky-Marsch op. 228 (La Marcia di Radetzky), eseguita per la prima volta il 31 agosto 1848 al Water-Glass di Vienna per festeggiare il Feldmaresciallo Radetzky, il quale aveva guidato la riconquista austriaca di Milano dopo i moti rivoluzionari in Italia del ‘48. L’operazione si era conclusa con la firma di un armistizio che obbligava i piemontesi a lasciare Lombardia e Veneto precedentemente occupati e che concludeva la prima guerra d’indipendenza italiana. Le sue note erano destinate a diventare l’inno dei soldati austriaci. Con essa si guadagnò il disprezzo dell’intera area rivoluzionaria.
Durante un soggiorno a Londra incontrò l’approvazione dello stesso cavaliere Metternich, che era lì in esilio. A Vienna, anni dopo, eseguì la Jellacic-Marsch, dedicata proprio al personaggio croato Josip Jelačić, noto per la durezza dei suoi metodi repressivi, che aveva riacquisito il controllo di Vienna per gli Asburgo, guadagnando ulteriore malcontento. Ammalatosi gravemente, Johann Strauss muore di scarlattina il 25 settembre 1849. Ai suoi funerali venne eseguito il valzer Das Wanderers Lebewohl op. 237 (L’addio del viandante), scritto prima della sua ultima tournée. La sua tomba, inizialmente posta nel cimitero di Oberdöbling, venne spostata in una tomba d’onore nel Zentralfriedhof (Cimitero Centrale), a fianco dell’antico amico e rivale, Joseph Lanner.
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