
15 Giu Hermann Hesse: l’esploratore della crisi interiore del 900
di Giuseppe Baiocchi del 15/06/2018

Tra il 1901 e il 1914, quasi sempre in compagnia di amici, Hesse intraprese sette viaggi in Italia, che lo condussero nell’Italia settentrionale, attraverso la pianura Padana, in Toscana e soprattutto a Venezia e Firenze. Fin dall’inizio, a determinare il suo tragitto fu il piacere del vissuto individuale, fuori dai percorsi turistici consueti. Mentre i primi viaggi furono caratterizzati da un felice senso di liberazione, da curiosità e da entusiasmo giovanile, dopo alcuni anni il suo viaggiare venne determinato dal riconoscimento e dalla confidenza con la gente e il paese. Reso maturo e sensibilizzato dalla sua insoddisfazione nei riguardi della vita, indirizzato verso un riconoscimento più profondo del suo Io, Hermann Hesse – negli ultimi viaggi durante il 1913 e il 1914 – si sentì diverso nei confronti dell’Italia, il paese amato, ma nel profondo rimastogli estraneo. La prima guerra mondiale e l’ascesa al potere di Mussolini, misero fine ai viaggi in Italia. Tuttavia fu il piacere per la vita e la cultura del sud a determinare, nel 1919, la scelta di stabilirsi per sempre in Ticino, con lo “sguardo verso l’Italia” e nell’aurea della sua cultura.

Nelle tre immagini (da sinistra a destra): il famoso copricapo panama-Montecristo di Hermann Hesse a Montagnola; l’attestato Premio Nobel del 1946, che Hesse non ritirò alla premiazione; gli occhiali usati abitualmente dallo scrittore.

Copertine delle prime edizioni in tedesco delle opere più celebri di Hermann Hesse (da sinistra a destra): Demian, Der Steppenwolf (Il lupo della steppa), Das Glasperlenspiel ( Il giuoco delle perle di vetro), Siddhartha.

Nella foto: Hermann Hesse (al centro) sul ponte della nave, insieme all’amico Hans Sturzenegger (a sinistra). Nel 1911 egli intraprese con il suo amico pittore Hans Sturzenegger un viaggio di sei settimane in Indonesia e Ceylon, per conoscere di persona il paese che per la sua famiglia era stato così importante. Dieci anni dopo, Hesse scrisse il racconto Siddharta, il quale contiene i risultati dei suoi ultimi studi sul tema “India”. L’India, le sue lingue, la sua cultura e il suo pensiero sono stati familiari a Hesse sin dall’infanzia. Entrambi i genitori lavoravano e vissero in India come missionari, il nonno materno Hermann Gundert vi trascorse 24 anni e divenne un noto studioso dei vari dialetti indiani. Hesse cominciò presto a dedicarsi alla letteratura indiana e al buddhismo.
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