Macron ha dichiarato come l’ecologismo sia una dei tre perni su cui poggia il suo movimento, assieme alla cultura social-democratica e quella liberale. L’ambizione del giovane candidato è rendere la Francia un leader mondiale nella ricerca in materia di transizione ecologica: intende quindi rispettare i trattati di Parigi, eliminando le centrali a carbone entro cinque anni e impedendo lo sfruttamento di nuove fonti energetiche da idrocarburi. Di contro prevede di raddoppiare la potenza ricavata da fonti rinnovabili in un quinquennio, anche grazie al piano di investimento da 50 miliardi di euro. Il candidato francese ha inoltre dichiarato guerra ai pesticidi e vuole promuovere l’acquisto di automobili a basse emissioni, grazie ad un bonus all’acquisto di 1000 euro.
Sicuramente il suo primo scivolone politico è arrivato dal settore militare: la “Grande Muette” ha detto una parola di troppo. L’armata francese è “muta” dal 1848, quando venne introdotto il suffragio universale maschile, con l’eccezione dei militari: fu negata loro l’espressione nelle urne per non sguarnire la difesa della nazione. Nel 1945 il generale De Gaulle attribuì anche ai soldati il diritto di voto, ma il soprannome è rimasto. I militari sono chiamati a obbedire, in silenzio, al potere politico. Il generale Pierre de Villiers, molto stimato dai francesi come capo di Stato Maggiore delle forze armate transalpine, protestava da mesi contro i tagli al budget della Difesa e ha pronunciato una frase di troppo.
Il 19/07/2017 ha presentato le dimissioni, le quali sono state subito accettate. Davanti ai deputati della commissione di Difesa, mercoledì scorso De Villiers ha spiegato che gli 850 milioni di risparmi (secondo altri calcoli un miliardo) non avrebbero permesso alle forze armate di svolgere le crescenti missioni alle quali sono chiamate. “Non mi farò ingannare”, ha apostrofato il Capo di Stato Maggiore francese. L’udienza è avvenuta a porte chiuse, ma lo sfogo del generale è arrivato al Presidente Macron, il quale alla vigilia della parata militare del 14 luglio, ha tenuto al ministero della difesa un discorso durissimo rivolto ai vertici militari: “Non è dignitoso portare certi dibattiti sulla piazza pubblica” ha asserito stizzito il leader di “En Marche!” – e continuando conclude – “Non ho bisogno di alcun commento. Sono il vostro capo”.
Domenica 16 luglio Macron insiste nuovamente: “Se qualcosa oppone il capo di Stato Maggiore al presidente della Repubblica, il capo di Stato Maggiore cambia”. Così a 61 anni Pierre de Villiers – da 43 anni nell’esercito e dal 2014 massima autorità militare del Paese – si è dimesso sostenendo di non essere più in grado di “garantire la protezione della Francia e dei francesi”.
Infatti i militari di uno degli eserciti più importanti del vecchio continente, sono chiamati già da troppo tempo a “fare uno sforzo” cioè a risparmiare, proprio quando sono in prima linea in patria, con l’operazione “Sentinelle” di protezione dal terrorismo, e all’estero con le missioni nel Sahel e in Siria e Iraq. Attualmente le forze armate francesi sono al 130% del loro utilizzo, per riprendere il dimissionario De Villiers che lamentava anche l’equipaggiamento troppo vecchio dei soldati che dovevano “come Démerde” letteralmente “arraggiarsi”. Al suo posto è stato nominato il 54enne François Lecointre, l’eroe di Sarajevo contro i Serbi nel 1995.
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