Wallis Simpson: la donna che sfidò un Impero

di Liliane Jessica Tami del 27/04/2017

Di origini modeste Bessie Wallis Warfield, viene al mondo negli Stati Uniti il 19 giugno 1896, presto orfana di padre e con la madre costretta a crescere la figlia contando sugli introiti che le venivano da umili impieghi e dall’elemosina dei parenti. Tuttavia scelse di far studiare la ragazza nelle migliori scuole, certa che così potesse incontrare coetanei ricchi pronti a sposarla. Bessie invece si innamorò del pilota Winfield Spencer, convolò a nozze con lui e durante la luna di miele scoprì che il marito era violento, sadico e alcolizzato. Il divorzio fu una scelta obbligata e pochi mesi più tardi fece amicizia a New York con Ernest Simpson, il futuro secondo coniuge, un agente di assicurazione. Il matrimonio fu celebrato a Chelsea e in seguito andarono a vivere a Londra dove a una festa viene presentata al futuro sovrano che non tarda a corteggiarla.
Per tutti i primi mesi della loro relazione, la stampa britannica mantiene il silenzio sul legame: nessuna immagine esce delle numerose crociere a bordo dello yacht in navigazione nel Mediterraneo, nessuna notizia viene data sulle udienze in corso sul secondo divorzio di Wallis. Giorgio V, padre del principe di Galles, muore il 20 gennaio 1936, Edoardo gli succede e pochi mesi dopo è il vescovo di Bradford ad abbattere il muro del silenzio, dichiarando ai giornali che il re ha un assoluto bisogno della grazia divina per poter ricoprire con questa donna al fianco l’alto e gravoso compito al quale è stato chiamato.

Wallis Simpson, nata Bessie Wallis Warfield (1896 – 1986), duchessa di Windsor.

I tabloid popolari iniziano così a titolare il comportamento poco consono per la dignità di un membro di casa Windsor e gran parte dell’opinione pubblica è dello stesso avviso, nonostante a fianco di Edoardo si schierino politici di forte caratura come Churchill, ma anche imbarazzanti appoggi pubblici da Edward Mosley, capo dell’ultradestra filo-nazista inglese.
Gli eventi precipitano quando il premier Stanley Baldwin afferma che il paese “non è pronto per una regina Wallis” asserendo come questa non nutra preoccupazioni di ordine morale. I motivi sono politici, legati al passato della signora e ai rapporti con la destra europea. I servizi segreti avevano fornito a Downing Street nei mesi precedenti all’abdicazione del 1936 rapporti nei quali si sostiene che Wallis a Londra manteneva “una affettuosa amicizia” con l’ambasciatore nazista e risultava coinvolta in un vasto traffico internazionale di armi. Troppo, in effetti, per una possibile regina. C’era poi anche altro: grazie a Wallis il sovrano nel 1936 stava maturando l’idea di schierare il paese al fianco di Hitler e del Terzo Reich. Edoardo aveva in animo un vertice ufficiale a Berlino per spartirsi con il Fuhrer le zone di influenza ed era pronto a offrire ai nazisti mano libera in Europa in cambio della salvezza dell’Impero.
Sposando in terze nozze il duca di Windsor, Edoardo VIII, dopo alla sua abdicazione al Trono del Regno Unito, è divenuta Duchessa di Windsor. Accanto al marito, celeberrimo per il suo impeccabile guardaroba e per il buon gusto tipicamente british, Wallis è stata una gentildonna colta, raffinata, dolcemente scandalosa, ma soprattutto è stata il modello estetico per tutte le giovani donne degli anni 30-40 che volevano coltivare l’arte del buon gusto.
A parer suo – che era alta solo un metro e 57 – la bellezza della donna, non dipende esclusivamente dal fisico, bensì dalla cultura e dalla capacità di abbinare i capi più belli ed idonei “Non sono bella, ma quello che so fare è vestirmi meglio di chiunque altro!” asseriva lei, modesta ed inconsapevole musa di intere generazioni. Il gossip su di lei più chiacchierato, oltre le presunte relazioni con i più importanti uomini del mondo, sarebbe la simpatia verso al partito Nazionalsocialista.
La moglie del duca di Windsor mal sopportava gli oggetti brutti: elementi scaturiti per causa della mediocrità estetica degli individui, e – nonostante il matrimonio regale – non nutriva simpatie per la monarchia per la causa dello smembramento della società in classi sociali. Altro elemento discordante con il suo pensiero era riferito al sistema dei titoli nobiliari: questi – difatti – erano tramandati non per merito, bensì per linea di sangue, come è stato sancito da Clodoveo I – Re dei Franchi – nel codice conosciuto con il nome di “Legge Salica” presentato nel 503. Tale sistema adottato delle monarchie europee era mal sopportato da tutti i regimi totalitari, compreso quello nazista di Adolf Hitler, tramite il quale Wallis Simpson – non conoscendone gli sviluppi ideologici definitivi -, stimava essendo anche lei – come il Führer tedesco – una “figlia del popolo“, salita agli onori grazie ad una rigorosissima scalata sociale.
A spingere il Re del Regno Unito Edoardo VIII, nel dicembre 1936, ad abdicare rispettando le regole di successione al trono britannico varate nel 1701 dal parlamento inglese – in seguito alla fuga del re Giacomo II in Francia –  in favore della figlia Maria e del marito Giglielmo d’Orange, non poteva infatti che esservi una donna di simpatie popolari e spregiudicata.

L’undici dicembre 1936, il re del Regno Unito Edoardo VIII abdicò a favore di suo fratello, il principe Alberto, che diventò re con il nome di Giorgio VI. La sua decisione, la prima volontaria rinuncia al trono da parte di un sovrano britannico in oltre mille anni, fu motivata dalla relazione con Wallis Simpson, una donna divorziata di 40 anni nata in un paesino della Pennsylvania e che l’ex sovrano sposò pochi mesi dopo. Fu un evento storico drammatico per la Gran Bretagna e seguitissimo in tutto il mondo, per ragioni ugualmente distribuite di politica e pettegolezzo. La foto di destra mostra un’immagine di Fort Belvedere, il palazzo del XVIII secolo nel parco di Windsor che fu la residenza di re Edoardo VIII.

Wallis Simpson, moglie di Edoardo Ottavo, divenuto duca di Windsor dopo all’abdicazione a lei imputabile, è stata l’unica persona al mondo infatti a permettersi di criticare pubblicamente la Regina d’Inghilterra per il suo gusto estetico: disse, infatti, che la Regina si vestiva come una cuoca.
Amare all’estremo il bello, aborrire l’arte degenerata, bramare gli oggetti preziosi, esser pronti a sacrificare tutto in nome di un rigido piacere estetico e di un’ideale superiore di bellezza ed armonia, sono infatti caratteristiche che hanno plasmato il suo mito. Una cura del dettaglio che – per paradosso – porterà la donna statunitense ad avvicinarsi al gusto adottato dal terzo Reich, con l’austera eleganza delle divise delle SS disegnate dallo stilista Hugo Boss, fino alle magnifiche architetture di Albert Speer. Per capire la bramosia di bellezza di Wallis Simpson bisogna andare a vedere nel suo coffret à bijoux che, dopo alla sua morte avvenuta il 24 aprile 1986, contava più di 214 preziosi tra anelli, collier e spille, realizzati apposta per lei dalle più famose maison orafe; Cartier, Van Cleef & Arpels tra i tanti. Grazie ai regali del duca di Windsor, in 20 anni di matrimonio, Wallis ha raccolto una delle più grandi collezioni di gioielli al mondo, battuta all’asta da Sotheby’s a Ginevra, nel 1987, alla cifra record di 53 milioni e mezzo di dollari. Grazie a quest’asta Liz Taylor, che cercava di competere con Wallis, eletta dal Time donna dell’anno del 1936, riuscì ad accaparrarsi la tanto desiderata spilla a forma di piume tempestata di diamanti disegnata proprio da Edoardo VIII nel 1935. Molto spesso il bijoux portava con sé un messaggio d’amore di Edoardo. Uno su tutti, l’anello con smeraldo che lui le regalò per festeggiare il loro fidanzamento e la separazione dal secondo marito di Wallis, Ernest Aldrich Simpson, direttore di un’agenzia di trasporti.
All’interno, il gioiello portava la dedica che sanciva l’inizio ufficiale della storia d’amore tra il principe del Galles e la donna più ambita del momento: adesso si appartenevano. La coppia, infatti, dopo essersi liberati dalle responsabilità della corona a favore del fratello si sposa il 3 giugno del 1937 Château de Candé in Francia.
Nonostante tutte le opposizioni politiche e sociali allo scandaloso matrimonio tra l’erede al trono ed una ragazza divorziata – per ben ben due volte e appartenente al ceto medio -, Edoardo VIII, primogenito del Re , non tornerà mai sui suoi passi, e per 35 anni, sino alla sua morte – avvenuta il 28 maggio 1972 nella Villa Windsor di Parigi -, la coppia più elegante del secolo, resterà unita e indivisibile.

Una foto del tanto celebre matrimonio fra i due. A destra, il castello di Château de Candé: il castello è localizzato nel comune della cittadina francese di Monts, nell’Indre-et-Loire, a 10 km dal sud di Tours.

Su Wallis Simpson vi sono una quantità incredibile di dicerie, sia per ciò che riguarda la vita privata, che per quella pubblica e politica: alcune fonti affermano che, prima del matrimonio con l’elegante duca Edoardo III, abbia avuto una relazione con Johachim von Ribbentrop, ministro degli esteri tedeschi, ed altri pettegoli asseriscono che abbia imparato in Asia i trucchi di seduzione sensuale delle Geishe. La storia però, sulla sua simpatia per il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori tedeschi parla chiaro: nel 1937, Adolf Hitler ricevette la coppia a Berchstesgaden in pompa magna ed il principe del Galles assistette alle parate delle Schutz-staffeln (squadre di protezione).
Secondo un documento della polizia segreta portoghese, la PVDE (Polícia de Vigilância e Defesa do Estado), Edoardo e Wallis in quegli anni cercarono di aiutare la Germania a vincere la guerra, mediante un’attività di divulgazione di documenti segreti, affinché il popolo inglese non adottasse i democratici valori americani. Il governo inglese, per disfarsi di Edoardo, lo mandò alle Bahamas nominandolo governatore sino alla fine della guerra, che si godette sullo yatch tra vini prelibati e feste in grande stile. Franklin Delano Roosevelt temeva che la duchessa potesse riferire troppe informazioni belliche importanti all’amico Ribbentrop e, come riporta un documento dell’FBI divulgato dal The Guardian, la fece sorvegliare costantemente. La coppia, anti-democratica ed anti-monarchica – nella sua apparente dissolutezza – visse sino alla fine con una ferrea disciplina, seguendo l’amore per il bello e tentando di abbattere le barriere tra le classi sociali, ma non sempre i due riuscirono correttamente ad esprimere nella pratica i loro ideali. 

 

Per approfondimenti:
_Caroline Blackwood, La duchessa – Editore Codice
_Gilbert Sinoué, Le storie d’amore che hanno cambiato il mondo – Editore Neri Pozza
_Juan Vilches, Ti regalo il mio regno – Editore Imprimatur

 

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