Dio Carver

Dio Carver

di Marzia Casilli del 17/11/2016

Raymond Carver era figlio di un operaio di segheria e di una cameriera. Il padre affilava le lame, pensate che bel mestiere per il padre di un futuro scrittore. E’ cresciuto nell’America dell’ovest, quella parte statunitense piena di boschi, montagne, fiumi. In una famiglia molto proletaria, nel vero senso della parola. La prima disgrazia della sua vita è stato crescere in una casa in cui non era presente nemmeno un libro. La seconda è stata quella di mettersi con la prima moglie: Maryann Burk di 19 anni e farci subito due bambini. Aveva questo sogno così prepotente, e allo stesso tempo irrealizzabile, date le condizioni della sua esistenza, di diventare scrittore nonostante avesse letto non più di tre o quattro libri in vita sua.

Raymond Clevie Carver Jr. (Clatskanie, 25 maggio 1938 – Port Angeles, 2 agosto 1988) è stato uno scrittore, poeta e saggista statunitense.

Così inizia questo percorso epico e drammatico. La prima componente che lo ha fin da subito caratterizzato è stata quella del suo essere ramingo: vagherà con la sua compagna da una cittadina all’altra, percorrendo la costa ovest dell’America, in una condizione di povertà assoluta con due bambini a carico.
Carver cerca anche di frequentare corsi di scrittura all’università, mentre nel frattempo la compagna per anni lo manteneva. A volte viaggia con pochi soldi, fermandosi con la moglie in una tavola calda: qui lei chiedeva se poteva servire ai tavoli in cambio di cibo. Andavano avanti cosi, in una vita molto estrema e precaria.
Problematiche ancor più serie arriveranno quando lo scrittore inizia ad avere  problemi di alcolismo, dovuti probabilmente al rapporto distruttivo con la moglie e per la grande frustrazione di una vita che non era quella che lui avrebbe desiderato avere.
Verso i 35 anni, ha lavorato in un ospedale di notte, facendo le pulizie, ma era sempre ubriaco, tanto che verso i trentotto anni è stato ricoverato tre volte per coma etilico. Gli dissero: “guarda che ci stai per rimettere le penne“. Lei era una donna forte, che si è sempre amorevolmente presa cura di lui anche nei loro momenti peggiori, ma stare con uno scrittore è sempre dura. Lo diceva lui stesso: “non so perché le donne lo facciano“, mettersi con uno scrittore è sempre una pessima idea, probabilmente la peggiore della vita.
Tutte questi elementi nei quali galleggia la sua vita, sono presenti nella sua narrativa. Questa è la sua forza. Perché per la prima volta, lui ha portato alla luce questa umanità. Questo essere disgraziati, questa classe bianca sottoproletaria: obesa, alcolizzata, disoccupata e disperata.
Miracolosamente e anche non del tutto per sua volontà, il raccontare questa parte di mondo lo ha portato ad essere uno scrittore di racconti. Cosa che lui non desiderava affatto. Per un gran pezzo della sua vita infatti, ha provato a scrivere romanzi senza mai riuscirci, perché l’essere così dispersivo, sempre ubriaco, impedisce di portare a termine un progetto ben strutturato come un romanzo, ma non impedisce certamente, – in una giornata di lucidità – di tirar fuori dei capolavori.
Quindi, forse, non del tutto consapevolmente è diventato l’emblema dello scrittore di racconti. Perché prima di lui, nella letteratura americana non esisteva nessuno che avesse scritto solo racconti. Lui ha scritto soltanto racconti e poesie, usando quest’ultima come una sorta di diario autobiografico. Nella poesia c’è lui, c’è sua moglie, ci sono gli eventi che gli capitano, ed è molto facile leggerne la sua vita attraverso.
Ha iniziato a pubblicare i suoi racconti per una rivista e successivamente ha pubblicato la sua prima raccolta “Vuoi star zitta per favore?” a 38 anni.
Drammaticamente l’evento più atteso, diviene dramma: sarà il punto più basso della sua vita. Raymond Carver si separa dalla moglie Maryann Burk: oramai il rapporto diventato troppo distruttivo per entrambi, con continui tradimenti e l’uso di violenza domestica, aveva portato lo scrittore ad una crisi nervosa.
La prima pubblicazione, uscirà al limite di questo stato, prima che lui si lasciasse andare del tutto. La situazione si risolleverà con una seconda compagna, Tess Gallagher, grazie sempre la scrittura.

La poetessa, scrittrice statunitense Tess Gallagher con il marito Raymond Carver.

La sua seconda raccolta di racconti nel 1981 è stata “Di cosa pariamo quando parliamo d’amore” e la terza, che è quella che poi lo ha portato al trionfo consacrandolo, è stata “Cattedrale” nel 1983. La seconda relazione, lo trasforma: dopo la stesura di Cattedrale è un altro uomo. Consacrato dal mondo letterario e non solo, ormai è riconosciuto come un Dio.
Carver nel corso del suo percorso, ha avuto un rapporto molto conflittuale con il suo editor, Gordon Lish, un genio dell’editoria ma professionalmente autoritario, che tagliava molto spesso i suoi racconti, uno stralcio da venti pagine diventava sette. E qui si potrebbe aprire una lunga parentesi sul lavoro dell’editor, su quanto a volte l’invadenza dl mestiere sia un arma a doppio taglio. E’ giusto che un editor, abbia il potere e il diritto di trasformare l’opera di un autore?

A sinistra il suo più celebre romanzo “Cattedrale”. a destra Gordon Jay Lish, scrittore statunitense. In qualità di direttore responsabile di riviste letterarie e di editor ha aiutato l’affermazione di diversi scrittori statunitensi, in particolare quella di Raymond Carver e di Richard Ford.

Questa pratica provocava in Carver molta sofferenza, poichè egli da semi-sconosciuto non poteva opporsi in maniera convincente all’atto, ma raggiunto il successo alcuni romanzi sono stati ripubblicati in maniera completa. Uno di questi è il suo capolavoro “Cattedrale“, poi successivamente il romanzo“Principianti”. Parlando a titolo personale, si nota molto la differenza: i racconti integrali sono tutta un’altra storia.
La maggior parte dei suoi racconti, sono intrisi del suo rapporto con l’alcool e con la prima moglie Maryann. A lei ha dedicato i testi più intensi. La prima moglie ha continuato a far parte della sua vita narrativa fino alla fine.
Quando amo uno scrittore, ho questa smania di voler sapere tutto di lui, perchè incrociare la sua esistenza con la sua letteratura mi sembra l’esperimento psicologico più bello del mondo. È incredibile quanto di privato ci sia in una dichiarazioni pubblica, come un racconto edito in decine di paesi e lingue. Ma soprattutto è stupefacente quanto la vita di tutti gli scrittori, abbia curve e percorsi comuni. Quello che amo dì Carver è la fragilità di una scrittura crudele e irresistibile, come la vita.

 

Per approfondimenti:
_Carol Sklenicka, Raymond Carver, Una vita da scrittore – Edizione Minimum Fax 2011
_Raymond Carver, Vuoi star zitta per favore? – Edizione Minimum Fax 1976
_Raymond Carver,  Di cosa parliamo quando parliamo d’amore – Edizione Minimum Fax  1981
_Raymond Carver, Cattedrale – Edizione Einaudi 1987
_Raymond Carver, Da dove sto chiamando – Edizione Minimum Fax 1988
_Raymond Carver,  Principianti – Edizione Einaudi 2009
_Raymond Carver, Orientarsi con le stelle – Edizione Minimum Fax 2013

 

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