04 Ott “Le Confessioni”
di Maurilio Ginex del 05/10/2016
Roberto Andò racconta la storia di una vicenda che fa parte della vita di un monaco, Roberto Salus. Ci troviamo in un resort di lusso, dove riuniti per un summit vi sono i rappresentanti di tutte le superpotenze mondiali. L’esito della riunione determinerà le sorti del nuovo assetto politico-economico del mondo.
Colui che organizza il summit è Daniel Rochè, ovvero, il direttore del Fondo Monetario Internazionale.
Tra gli invitati però non vi sono soltanto tali rappresentanti di queste super potenze, ma vi sono anche una scrittrice di best-seller per bambini , un musicista e Roberto Salus, il monaco testè citato. Il film è un’esatta rappresentazione del mondo ultra-capitalistico di oggi ,che sviluppa i propri interessi economici utilizzando come forma di legittimazione il concetto di riordinamento del sistema globale.
Andò sottolinea in maniera marcata come il mondo degli economisti, dell’economia, delle società segrete, delle banche e delle multinazionali, sia un mondo basato sull’interesse esclusivamente individuale in cui l’alterità perde il suo valore etico ed esistenziale.
Il denaro è il leitmotiv del mondo e intorno ad esso, in quanto bene materiale da cui si dirama l’obiettivo primario del singolo, gira la vita di questo mondo. Vita, che a detta di Andò, viene gestita dai singoli rappresentanti delle potenze mondiali, come se fossero degli Dèi e il mondo fosse costituito da entità inferiori. La vicenda trova il suo punto focale nel momento in cui il personaggio di Daniel Rochè fa chiamare nella sua stanza Roberto Salus.
A quest’ultimo verrà chiesto da parte del Rochè di essere confessato. Ciò che determinerà l’unico sviluppo della storia sarà proprio il contenuto di tale confessione, la quale rimarrà nel silenzio più assoluto dell’anima del monaco, e il fatto che subito dopo Daniel Rochè verrà trovato morto all’interno della sua stanza. I problemi che subentrano in conseguenza dell’accaduto sono molteplici. I vari capi delle nazioni non riescono a capire se Daniel si sia suicidato o sia stato ucciso, si manifesterà il problema di come poter comunicare alla stampa l’accaduto e soprattutto ciò che interesserà maggiormente i capi sarà il contenuto della confessione. Tale contenuto potrebbe rappresentare un cataclisma al livello globale, un’apocalisse come lo stesso Rochè la definì. In questo scenario grottescamente strutturato da Andò, con espliciti richiami a ciò che ha potuto lasciare nelle coscienze degli individui il “Todo Modo” di Petri, la figura del monaco Salus rappresenta due cose: da un lato quel rifiuto dell’edonismo scaturito dall’eccesso, il quale eccesso in questo caso è il denaro, da un altro lato rappresenta quell’ultimo scorcio di luce in mondo magmatico e oscurato dall’interesse del possedere e non dell’essere.
La pellicola di Roberto Andò sembra quasi un’onesta e fedele rappresentazione filmica di quel bellissimo testo di Erich Fromm , intitolato propriamente “Avere e essere” , in cui il filosofo delinea in maniera originale le varie differenze etiche, esistenziali, religiose che si interpongono tra il concetto di Avere ed Essere.
Ovviamente questa non è la sede adatta per attuare una dissertazione filosofica, però gli accenni che possono essere fatti a riguardo sono lampanti.
Fromm parla del fatto che la scelta tra l’avere e l’essere non sia una scelta che si possa imporre al buon senso e questa è una grande verità , poiché non è mai facile distinguere le priorità dato che noi ,in quanto uomini terreni, per la vita abbiamo comunque bisogno di possedere, dunque avere, oggetti.
L’avere e l’essere sono due facce della stessa medaglia che costituiscono la personalità dell’individuo , questo e soltanto questo attraverso le leggi etiche saprà come agire nel modo più adatto. Andò , però prende in considerazione soltanto la degenerazione che può incombere all’interno dell’individuo nel momento in cui la sua intenzionalità sia volta unicamente verso l’avere e il possedere. Fromm spiega come il concetto di Avere derivi dalla natura della proprietà privata e in quanto ciò per l’individuo non conta nient’altro che l’acquisizione di tale proprietà e la sua conservazione. La società dell’oggi, che potrebbe liberamente essere definita come la società dell’anti-etico avere, viene delineata dal regista attraverso questa contrapposizione tra i precetti etici e divini di un monaco che vede nell’uomo il suo prossimo, attraverso il quale acquisire la propria autocoscienza, e i dettami di un sistema economico che invece del prossimo fa il proprio nemico a causa di una competitività che fa da protagonista al mondo dell’<<homo homini lupus>>. Emblematiche , conturbanti, imponenti, ecumeniche sono le parole che il regista fa pronunciare al personaggio di Salus, con un richiamo da maestro a Charlie Chaplin ne “Il Dittatore”, il quale guarda fisso negli occhi gli stessi pescecani che non avevano dimostrato nessun’umanità dei confronti della morte del Rochè. I quali non avevano nessun interesse nel comprendere le dinamiche del tragico accaduto, ma soltanto un interesse al contenuto di una conversazione che si pensasse fosse portatrice di verità determinanti per il destino del nuovo ordine mondiale, il quale ordine gestito dalla stessa elitè che solo e prepotentemente ha e possiede, ma mai vuole essere. Salus rappresenta quello schiaffo nel volto di questo mondo fatto sempre di individualismo e mai di collettività.
Per approfondimenti:
_Erich Fromm, Avere o essere? – Edizioni Mondadori 2013
_Roberto Andò, Le Confessioni – Film uscito il 21 aprile 2016, genere drammatico thriller
© L’altro – Das Andere – Riproduzione riservata
No Comments