Homo, homini, lupus

di Giuseppe Baiocchi del 02/07/2016

Nello scontrarsi gli uomini conquistano territori, conquistano terre, perché l’uomo è “lupo dell’uomo, nemico dell’uomo”. Basterebbe per ribaltare questa condizione che l’uomo fosse amico dell’uomo ma la formula opposta ad homo, homini lupus, non è “homo, homini amicus“, ma è “Homo homini Deus“: ecco la forza del Cristianesimo. Homo homini Deus vuol dire che l’uomo è Dio per l’uomo, perché Dio si è fatto uomo.

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Questo paradosso che la nostra religione contempla fa si che il passaggio repentino tra lupus a Deus valga, perchè è Cristo che ci indica questa strada d’amore, ma Cristo nel momento in cui si fa uomo determina un effetto domino: che ogni uomo è come Dio;
ed è questa la forza della nostra religione: è quello che abbiamo dentro per la spiritualità e la risurrezione della carne, perchè Cristo risorge (perchè è Dio), ma ognuno di noi dopo il giudizio universale credendo (si deve credere) risorgerà nel corpo.
Questo vuol dire che ad ognuno di noi, capiterà quello che è capitato a Gesù: diventerà anche lui un corpo glorioso che vive senza tempo, senza storia, in uno spazio indefinito…però è talmente uno spazio misterioso e terribile, l’identità della resurrezione della carne, che io ci penso spesso come un incubo, perchè Cristo morendo a 33 anni e risorgendo alla stessa età, rende tale il pensiero che un individuo perendo a 97/98 anni risorge con la stessa età. L’uomo potrebbe ritrovarsi in un mondo di persone anziane (dato che la morte naturale, si speri arrivi tardi), dunque credo bisognerebbe evitarlo.. forse sarebbe meglio l’inferno dei morti ammazzati giovani!
La risurrezione della carne è dunque il più terribile dei misteri perchè dovremmo risorgere, così come siamo morti.
 
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