25 Giu Lawrence d’Arabia e il sogno di una nazione nuova
di Davide Bartoccini del 25/06/2016
“Non tutti gli uomini sognano allo stesso modo, coloro che sognano di notte nei ripostigli polverosi della loro mente, scoprono al risveglio la vanità di quelle immagini, ma quelli che sognano di giorno sono uomini pericolosi perché può darsi che recitano i loro sogni ad occhi aperti per attuarli…fu ciò che io feci … Io intendevo creare una Nazione nuova, ristabilire un’influenza decaduta, dare a venti milioni di Semiti la base sulla quale costruire un ispirato palazzo di sogni per il loro pensiero nazionale”.
Thomas Edward Lawrence, I sette pilastri della saggezza.
Se c’è un personaggio che mi ha sempre affascinato fin da bambino questo è Thomas Edward Lawrence forse più noto come Lawrence d’Arabia.
L’ufficiale inglese che tra guerra, spionaggio, stravaganza e profondo rispetto del tribalismo divenne leggenda. L’incarnazione antitetica di metà della romance anglosassone dedicata al colonialismo, ignorò la tipica convenzione coloniale del “buon selvaggio” e grazie alla sua pionieristica e stravagante apertura mentale e al suo indomabile coraggio, fu in grado di guadagnarsi la stima e il rispetto delle tribù arabe che gli permisero di compiere audaci colpi di mano sul fronte medio-orientale durante la seconda guerra mondiale.
Thomas E. Lawrence, classe 1888 nacque in una cittadina del Galles. Forgiò la sua educazione a Oxford, dove compì studi linguistici e archeologici che in seguito perseguì viaggiando in Siria, in Palestina, Egitto e in diverse altre parti del Medio Oriente, scoprendo un innato amore e attaccamento per il deserto. Allo scoppiare della Prima guerra mondiale, venne destinato al Cairo presso il Servizio cartografico dell’Intelligence dell’esercito britannico con il grado di Maggiore. Investito del ruolo di agente segreto in seguito ricevette l’incarico di occuparsi dei rapporti con le popolazioni Arabe per via della sua padronanza delle lingue e della conoscenza del territorio maturata durante le sue spedizioni archeologiche. Il suo ruolo crebbe enormemente di rilievo quando in veste di ufficiale di collegamento strinse una profonda e rispettosa amicizia con principe arabo Faysal anch’esso impegnato nel combattere i turchi. La fraternizzazione del maggiore Lawrence con la “situazione” araba culminò nel 1916 quando, per idealismo prima e per incarico ufficiale, inizio a fomentare la rivolta delle tribù nomadi della penisola araba contro gli occupanti turchi, alleati con i Tedeschi nella Quadruplice Alleanza. La sue maggiore impresa di carattere militare fu l’inattesa conquista dell’inespugnabile città di Aqaba, porto di rilevante importanza strategica sul Mar Rosso. Vestendo i tipici abiti di sceriffo arabo, comandò la carica a dorso di dromedario prendendo di sorpresa e alle spalle la guarnigione turca che occupava la città. Dato il successo della sua impresa mantenne l’incarico di condurre le tribù turche per conto di sua Maestà della ribellione che avrebbe sbloccato il fronte mediorientale a favore della Triplice Intesa. Venne elevato al grado di Tenente Colonnello e nel dicembre del 1917 partecipò all’occupazione di Gerusalemme. Nel 1918 fece il suo ingresso trionfale a Damasco, prima che l’esercito britannico regolare potesse insediarvisi ottenendo poi il congedo. Sbloccata la situazione strategica in Medio Oriente il sogno d’Indipendenza arabo sciamò, non più sostenuto dall’interesse britannico che ormai aveva raggiunto i suoi scopi. L’ambiguità del compito di Lawrence ai comandi dello Stato Maggiore britannico lo leggenda, ma allo stesso tempo lo turbarono particolarmente quando le aspettative dei suoi compagni d’armi arabi vennero tradite.
Durante il dopoguerra Lawrence visse un periodo di profonda inquietudine. Prese servizio come diplomatico prendendo parte, tra le altre, della delegazione britannica alla Conferenza di pace di Parigi, dove assistette in prima persona alla politica intavolata da inglesi e francesi mirante ad asservire ai propri interessi il Medio Oriente e le popolazioni arabe che avevano servito con lui senza riuscire a rivendicare le ambizione del Principe Faysal, aspirante re della Siria; vivendo un inguaribile senso di colpa. Da sempre spirito libero ed orgoglioso, dai modi aristocratici e dall’immensa cultura (tradusse l’ Odissea in inglese ) si sentiva nettamente superiore alla massa comune, e da ammirato eroe di guerra qual era intendeva alimentare e diffondere il suo mito. Nel 1919 iniziò a scrivere le sue memorie che vennero poi pubblicate nel 1926 con il titolo de I sette pilastri della saggezza.
Inquieto e ancora desideroso di avventura si ritirò mal servizio diplomatico nel 1922 e si arruolò di nuovo sotto falso (Ross) nome nella Royal Air Force, e l’anno seguente nei reparti corazzati con il falso nome di Shaw, per poi tornare nella RAF. Dall’esperienza in aviazione estrapolò il racconto L’Aviere Ross , che venne pubblicato postumo. T.E. Lawrence morì a causa di un grave incidente sulla sua amata motocicletta, una Brough Superior SS100, nel 1935 all’età di 47 anni. E questa, come tutte le premature morti della storia non fece che alimentare la sua immortale leggenda.
Fonte: storiediguerra.com
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