
14 Giu L’Urlo nel 2016
di Giuseppe Baiocchi del 14/06/2016

Edvard Munch – L’Urlo
l’Urlo è il dipinto più giusto, poichè rappresenta l’umanità, per un dipinto che non è sonoro, ma noi sentiamo il suono: è una sinestesia. Lui sembra solo, ma ci sono i due amici dietro ognuno dei quali è nella propria perfetta solitudine, non comunicano e urlano per tutti. Cioè questo è un urlo che va contro l’umanità, ma non è un dialogo, è una situazione evidentemente molto drammatica in cui l’uomo per la prima volta sente la sua solitudine, perde il conforto della chiesa ed è più o meno l’inizio della psicanalisi. Questo è l’uomo che ha bisogno di qualcuno a cui dire la sua pena il suo dolore, la sua sofferenza, e questa sofferenza non è soltanto sua, perchè si diffonde come un onda, prima nel fiordo, poi nel mare, poi nel cielo ed è impressionante perchè è dipinto male (come gran parte dell’arte moderna) e qui vediamo come la pittura è veloce, è rapida, impressionistica ma che va a rappresentare però quello che si chiama espressionismo, che è una espressione interiore. Non c’è nessun realismo, infatti il viso è un teschio come una mummia e il soggetto non urla a nessuno, perchè non c’è coscienza. La tragedia del nostro tempo è che c’è un’imperfetta coscienza della tragedia. L’Urlo è l’urlo dell’umanità, non di una persona singola, urlano tutti perchè nessuno trova soluzione al suo problema. Per cui se questa è la condizione reale o metaforica certamente il dato che oggi noi percepiamo è l’inconsapevolezza: come se qualcuno andasse a scontrarsi contro un muro, senza rendersene conto. La nostra consapevolezza, o è speranza che le cose possano migliorare (e quindi questa è una tragedia troppo grande per il nostro tempo) oppure è peggiore dell’urlo, perchè l’Urlo è volontà di liberazione, desiderio di fuggire, sicuramente non di rassegnazione…ed invece credo che siamo arrivati a questo, tant’è vero che l’unico che urla è un comico. L’urlo di Munch è uno di quei quadri che puoi anche non vedere, perchè è dentro di te.
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