Manet/Magritte il momento decisivo impressionistico

Manet/Magritte il momento decisivo impressionistico

di Giuseppe Baiocchi del 04/06/2016

Mi ĆØ impossibile parlare di questo quadro, senza riferirmi al testo critico più straordinario che ĆØ strato prodotto per interpretare un quadro. Il testo non ĆØ un saggio o uno scritto, ma ĆØ l’opera di un pittore il più lontano possibile, per molte ragioni da Ɖdouard Manet, l’autore di questo capolavoro.

Questo dipinto mostra “quelli che guardano” e non lo spettacolo che stanno guardando in occasione di una parata, di una manifestazione pubblica che ancora oggi dal balcone della loro casa si usa “guardare, per essere guardati” cosƬ come dai palchi di un teatro. Il taglio delle due persiane ritagliano ed inquadrano il gruppo di queste tre persone, le due donne vestite di bianco, una in piedi e l’altra seduta, una più giovane con la figura autorevole e un pò distaccata dell’uomo, poi anche l’intuizione di qualcosa che sia all’interno di quelle stanze, quando noi vediamo gruppi di persone che si affacciano da una bella casa e vorremo essere con loro nello stesso spazio, vedere cosa c’ĆØ in quelle stanze decorate.
Tutto questo evoca questo quadro in maniera prepotente, ma per intenderlo nella sua natura più drammatica che certo “non appare” perchĆØ questo non ĆØ un quadro drammatico, ĆØ un dipinto sommamente impressionistico: accade qualcosa in una piazza, cĆØ l’occasione di una sfilata, di una manifestazione pubblica e si affacciano tre persone benestanti che guardano e si mostrano nell’eleganza, nella bellezza dei loro volti, delle loro attitudini e anche nella figura dell’uomo la posizione del potere, di chi ha raggiunto una posizione sociale ragguardevole.
Tutto questo ĆØ impressionismo: ovvero l’impressione casuale di un occhio che vaga e si ferma un attimo la dove stĆ  e non capitando qualcosa, l’occhio deve fermarsi, perchĆØ c’ĆØ qualcosa che lo attrae e lo distrae da quello che loro vedono e fa diventare “spettacolo” gli “spettatori dello spettacolo”. Lo spettacolo non quello che ĆØ davanti a loro, che loro stanno guardando, ma loro stessi di cui noi siamo il pubblico, di cui il pittore individuando e ritagliandone l’immagine indica la natura di attori e non spettatori dello spettacolo e tutto ciò ĆØ l’idea di questo capolavoro di Manet.

MA, qualche decennio dopo un pittore che non può essere detto impressionista eppure ĆØ espressionista..forse vagamente metafisico, certamente surrealista (il surrealismo ĆØ l’opposto dell’impressionismo) dove l’impressionismo ĆØ l’impressione di un frammento della realtĆ  colto quasi per caso; quello che nella fotografia del 900, Cartier Bresson indicherĆ  come momento decisivo (la macchina fotografica ĆØ nelle mani del fotografo, che vede che si sta componendo in quel momento qualche cosa che senza essere messo in posa entrerĆ  nel suo obiettivo e bloccherĆ  un immagine in quel momento decisivo) e questo in fondo ĆØ lo spirito vero dell’impressionismo: volgersi di colpo ad una immagine che non ĆØ predisposta, ma che sembra tale, perchĆØ si compone una situazione psicologica e fisica come se questi personaggi, fossero stati lƬ “a posare” quindi un appunto veloce al disegno e poi la pittura dello studio, per portare nella vita quella istantanea. Qui vi ĆØ la forza della pittura rispetto alla fotografia, perchĆØ la pittura rappresenta la vita, la fotografia rappresenta la morte: se avessimo di questi personaggi una fotografia essi sarebbero lontano in un tempo che non ĆØ il nostro, invece adesso nella pittura essi continuano ad “essere vivi”, ma “vivi” soltanto nell’arte perchĆØ nella vita essi sono ovviamente morti, chiusi in bare e sepolti sotto terra. PerchĆØ dico questo? PerchĆØ l’atto critico a cui mi riferivo all’inizio viene da un pittore surrealista, che si chiama RenĆ© Magritte che non rappresenta la realtĆ , ma un sogno, una realtĆ  superiore o ulteriore, allora si predispone a farne una copia (cosa più di una copia ĆØ un atto critico?).

10613044_623554984426290_5230688894409424745_n

Un pittore che avesse voluto imitare questo dipinto magari come un bozzetto veloce, avrebbe messo insieme le tre figure prevalenti e poi le avrebbe chiuse fra le due saracinesche. E invece cosa fa Magritte? (ecco il surrealismo) fa una copia esatta perfetta dello stato in cui sono questi tre personaggi nel momento in cui li dipinge: cioĆØ morti e dal balcone si affacciano tre bare, tre bare in cui la più fascinosa, la più concentrata, seduta ha una bara che sembra avere quasi un abito addosso di sartoria (sagomata) per star seduta. Le altre due persone hanno una bara, una più grande, una più piccola in rapporto delle loro dimensioni. Nel dipingere tre persone affacciate nella bara, egli ci definisce cosa ĆØ l’impressionismo e cosa ĆØ invece una pittura concettuale, una pittura filosofica, di pensiero, che interpreta la realtĆ  e atteggiandosi a riprodurla come una copia, dĆ  a questa opera, invece, la situazione attuale. Dopo sessanta anni queste persone non ci sono più…sono nelle bare.

Ā Ā© L’altro – Das Andere – Riproduzione riservata
No Comments

Post A Comment