di Riccardo Pizi del 28/04/2016
Alla luce (anzi all’ombra, visto che i media sono ben lontani dal parlarne) di quanto sta accadendo in Ucraina, un interrogativo mi perseguita: perché questo conflitto? Cosa spinge il popolo Russo e quello Ucraino ad odiarsi così visceralmente al punto da farsi una guerra atroce?

A mio avviso la risposta la si può trovare nella storia che questi due paesi hanno vissuto a partire dal crollo dell’ex-Impero Sovietico. Innanzitutto gli Ucraini, così come i Bielorussi, sono una popolazione strettamente imparentata con quella russa ed hanno vissuto per secoli sotto un unico stato (ed è risaputo che le fratture tra parenti sono assai dolorose). Sin dal crollo dell’URSS l’Ucraina ha vissuto un forte dualismo all’interno delle sue strutture economico-politiche, riscontrabile soprattutto nella sua politica estera. In particolare il paese risulta profondamente diviso, soprattutto geograficamente, tra chi da una parte preme per un’integrazione globale nell’Europa e nel Blocco Occidentale (politica portata avanti dall’ex-premier, all’epoca eroina della Rivoluzione arancione Yulia Tymoshenko) e tra chi invece si sente etnicamente parte della Federazione Russa.

Un sergente americano che mostra ad un soldato della Guardia Nazionale Ucraina come usare l’M4
E’ proprio per questo dualismo, di natura economica più che ideologica, che la situazione è rimasta e rimane tuttora irrisolta. Gli stessi partiti politici, come il Partito delle Regioni, del deposto presidente Yanukovich, non si fondano sul classico binomio destra-sinistra ma sono più orientati su una prospettiva est-ovest.
La controversa e tacita annessione della Crimea da parte della Russia, letteralmente un “regalo” fatto all’Ucraina da Krusciov nel 1954 nell’ambito dell’URSS, altro non è che il risultato di una russificazione forzata portata in atto dai governatori orientali dell’Ucraina. Se consideriamo gli Ucraini come “europei” diventa assolutamente logico adottare una linea geopolitica di tipo atlantista, ovvero considerare la NATO come principale garante della sicurezza nazionale e vedere la Russia come un nemico fonte di minacce esterne e di instabilità (dato che il popolo russo non si rassegnerà mai alla perdita dell’Ucraina dalla sua sfera d’influenza).

Ad oggi non si capisce che la popolazione Ucraina è allo stesso tempo una delle tre popolazioni slave d’oriente e risulta difficile comprendere quanto possa essere naturale, per l’abitante russofono stanziato ad est, l’idea di mantenere i rapporti diplomatici con quella che considera la sua patria originaria.
L’introduzione in oriente della lingua russa come seconda lingua nazionale è, nei fatti, una risposta chiara e decisa al rifiuto dell’adesione dei patti atlantici.
In quest’ottica la Russia e la CSI (Comunità di Stati Indipendenti, confederazione composta da 9 delle 15 Repubbliche ex-sovietiche) appaiono come alleati molto più vicini e reali rispetto alla NATO, che viene vista dai russofoni come una potenziale minaccia alla sovranità del Paese. E’ realistico in quest’ottica, presumere che un’adesione totale alle Nazioni Unite porterebbe l’Ucraina ad un inasprimento dei rapporti con la Russia.
In Ucraina si sta combattendo una guerra fratricida non meno feroce di quelle che si combattono oggi in medio oriente. I crimini che vengono perpetrati dalla giunta di Kiev ai danni della popolazione del Donbass sono a dir poco allarmanti (consiglio quest’articolo a riguardo: http://www.globalresearch.ca/ukraine-and-the-voices-of-donbass-the-odessa-may-2014-massacre/5447627) ma il mondo occidentale non sembra essere interessato alla risoluzione di questo conflitto. In particolar modo gli USA, che anzi si premurano di inviare i loro marines per addestrare l’esercito del governo occidentale di Kiev (anche qui consiglio un articolo a riguardo: http://www.ibtimes.com/ukraine-russia-conflict-us-army-train-ukrainian-military-2098326) con l’intento di far capitolare i dissidenti il più in fretta possibile.
Bisogna riflettere su una situazione delicata come quella Ucraina, ed è necessario rimanere informati riguardo lo svolgersi delle varie fasi della guerra civile. E’ importante ribadire che gli equilibri fra mondo occidentale e mondo orientale verranno in gran parte determinati dalle sorti di questo conflitto. Un evento del genere non deve e non potrà finire nel dimenticatoio, come accadde 20 anni fa con le guerre jugoslave e con i massacri avvenuti in Cecenia.
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